SULMONA - E' il risultato dello studio dell'economista Tommaso Paolini illustrato nel corso del convegno sulle Tradizioni e i Riti della Valle Peligna.La Settimana Santa movimenta quattro milioni di euro: un vero e proprio tesoretto per l'economia cittadina e del comprensorio che va valorizzato e potenziato . E' quanto sostenuto da Tommaso Paolini, docente di Economia dell'Università dell'Aquila, intervenendo al convegno su “Identità e riti della Valle Peligna”.
Il convegno, promosso dall'associazione AgoràCultura e realizzato con il contributo della Fondazione Carispaq, ha visto anche la partecipazione del vescovo di Sulmona-Valva, Angelo Spina, dell'antropologo Franco Cercone e dello studioso di tradizioni popolari Massimo Santilli. “Il dato sul movimento economico prodotto dalle tradizionali manifestazioni religiose della settimana santa sulmonese emerge da studi e tesi di laurea compiuti da studenti universitari – ha spiegato Paolini – bisognerebbe quindi puntare molto più sulla promozione di questi riti e inventare anche manifestazioni collaterali che producano risultati a beneficio dell'economia cittadina e del territorio”. Secondo Paolini lo sforzo da compiere è soprattutto quello di “trasformare l'escursionista in turista, così da produrre per il periodo della settimana santa un turismo più stabile e ricadute vantaggiose per l'economia locale”. Il vescovo invece ha motivato i suoi interventi sulle processioni e sui riti della Pasqua sulmonese ribadendo che “questi riti sono espressione della liturgia e quindi l'autorità ecclesiastica ha il dovere di custodirne il significato essenziale, impedendo che la tradizione sia tradita nella sua essenza”. In proposito il vescovo ha ricordato che partecipando per la prima volta alla processione del Cristo Morto ha constatato che durante il rito alcuni partecipanti avevano tenuto comportamenti non consoni allo spirito religioso perché era antica consuetudine fermarsi, durante il percorso, per consumare panini e bevande “fumando o telefonando al cellulare sotto la statua dell'Addolorata”. Secondo il pastore diocesano “questi sono i rami secchi che ho cominciato a tagliare per restituire a questi riti il loro vero valore”. Franco Cercone invece si è soffermato sulle origini del rito dei serpari di Cocullo e sul valore antropologico della festa di San Domenico, ricordando aneddoti e miracoli compiuti dal santo originario di Sora che la tradizione popolare ha tramandato fino ai giorni nostri. Una sana provocazione è stata portata dall'intervento dello studioso Massimo Santilli che ha messo in guardia dalla strumentalizzazione politica e dall'ostentazione di questi riti. “Spesso, soprattutto nei piccoli centri, le processioni diventano una vera e propria sfilata di moda e una vetrina per i politicanti locali utile a raccogliere consensi e rinsaldare la propria autorità sugli elettori” ha concluso Santilli. Prima delle conclusioni suggestiva è stata l'esibizione del Coro dell'Arciconfraternita della SS.Trinità che ha eseguito il “Requiem” composto dal maestro Alessandro Sabatini, un brano inedito che arricchisce il vasto repertorio dei cantori trinitari.
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