BUSSI - Nella primavera del 2007, il personale del Comando provinciale di Pescara del Corpo forestale dello Stato, guidato dell'allora comandante Guido Conti, scopriva, sepolta nella verdeggiante Valle del fiume Pescara, la discarica abusiva di rifiuti tossici piu' grande d'Europa, una superficie grande come venti campi di calcio, per un totale di 500 mila tonnellate di rifiuti. Ha inizio cosi' il processo che vede imputate diciannove persone nei confronti delle quali ogggi ci sono state le richieste di condanna da parte dell'accusa nel processo che si celebra in Corte d'Assise a Chieti. L'inchiesta, comunque, e' della Procura di Pescara.
Per decenni la discarica di Bussi sarebbe stata destinata a smaltire illegalmente una quantita' enorme di tonnellate di scarti di lavorazione chimiche ed industriali. In particolare il cloroformio, il tetracloruro di carbonio, l'esacloroetano, il tricloroetilene, triclorobenzeni, metalli pesanti, tanto da essere stata definita una delle piu' grandi discariche nascoste di sostanze tossiche e pericolose mai trovate. Un disastro ambientale di enorme entita'. L'esacloroetano e' stato il vero filo d'arianna, in quanto ha consentito di collegare in maniera inequivocabile la discarica di Bussi e l'acqua di rete. Su 43 parametri presi in considerazione, per 35 sono stati riscontrati superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per la falda superficiale e 23 per la falda profonda. La stragrande maggioranza dei piezometri della rete di monitoraggio all'interno dell'area industriale ha evidenziato superamenti dei limiti. Alcune sostanze hanno mostrato superamenti di enorme entitá: il cloroformio 453.333 volte i limiti nella falda superficiale e 46.607 volte nella falda profonda; il tricloroetilene 193.333 volte nella falda superficiale e 156 nella profonda. Il mercurio 2.100 volte nella falda superficiale; il diclorometano 1.073.333 volte in falda superficiale e 3.267 volte nella falda profonda, il tetracloruro di carbonio 666.667 volte nella falda superficiale e 3.733 volte nella falda profonda. I monitoraggi ambientali sono quelli realizzati dalla societá Environ per conto dell'attuale proprietaria del sito industriale di Bussi, la Solvay Spa, che nel frattempo si e' costituita parte civile nel processo penale in corso.
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