SULMONA - "Mentre Padova piange la morte per suicidio dell'Assistente capo di Polizia Penitenziaria, sparatosi nel suo garage a 47 anni e che fa salire a 123 i baschi blu che hanno voluto volontariamente, in poco più di 10 anni, farla finita, a Sulmona si sorride per il salvataggio in extremis, da parte dell'assistente capo di Polizia Penitenziaria A.D.S., di un detenuto che ha tentato l'autosoppressione impiccandosi alle sbarre della finestra della sua cella con un laccio ricavato dall'elastico di uno dei suoi slip"
A darne la notizia è il Segretario Provinciale e V.Segretario regionale della Uil Penitenziari Mauro Nardella .Nel bene e nel male la polizia penitenziaria fa parlare di se -afferma il sindacalista-. Se Padova ci ricorda ancora una volta il dramma di un poliziotto penitenziario che non ha resistito alla tentazione di spararsi un colpo della sua beretta 92 FS calibro 9 parabellum, per motivi che ancora si sconoscono e che fa salire a 5 i casi di suicidio in pochi mesi di appartenenti al Corpo, Sulmona mette in risalto le qualità di un Corpo di Polizia , grazie alla professionalità maturata in tantissimi anni di vita passata nelle patri galere e che riesce ogni anno, in tutt'Italia, a salvare centinaia di vite.Il detenuto a Sulmona,G.M. Di anni 33, è stato salvato alle 22.20 di ieri da un Assistente che con più di 25 anni di servizio sulle spalle ha dimostrato di svolgere egregiamente il suo mestiere non tralasciando nulla di quello che alla base del lavoro del poliziotto penitenziario ci deve essere: attenzione, competenza e concentrazione.
I dati dei suicidi dietro le sbarre che collocano l’Italia al secondo posto tra i Paesi europei non possono non contemplare quelli che non vengono conteggiati e relativi alla tragica fine degli agenti penitenziari, vittime il più delle volte dello stesso clima e dello stress indotto da condizioni di lavoro logoranti. Personalmente ritengo che il personale della Polizia Penitenziaria somatizzi il contatto quotidiano con il dolore, il grigiore, la sofferenza e la violenza, che si respirano all’interno degli istituti penitenziari , e che ciò possa contribuire a rendere più difficile affrontare le prove della vita.
La Uil Penitenziari Abruzzo si congratula con l'assistente capo A.D.S. per aver evitato di far rivivere un drammatico retaggio e, nel contempo, si stringe al dolore dei familiari del collega suicidatosi.
La speranza- conclude il sindacalista- è che la gente capisca, rispettandolo, che cuore pulsa nel corpo di un poliziotto penitenziaria. Quel cuore, però, che alcune volte si stanca di voler condividere la sua avventura all'interno del carcere.
Il Segretario Provinciale e Vice Regionale
Mauro Nardella
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