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mercoledì 30 ottobre 2013

"DRAMATIS PERSONALE 3"L'ARTISTA SULMONESE ALFREDO DI BACCO ESPONE A TORINO

TORINO - Si inaugurano domenica 3 novembre 2013, alle ore 16.00, nelle 6 sale della Galleria 20 di Corso Casale 85 a Torino, due mostre parallele: la terza parte del progetto “DRAMATIS PERSONAE. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea”, e l'anteprima della mostra "VIAGGIO IN ITALIA.  Il paesaggio nell'arte italiana contemporanea"Le due mostre proseguiranno alla Galleria 20 di Torino fino al 13 novembre, dal martedì alla domenica dalle 15 alle 19. Ingresso libero. (Entrambe le mostre poi, al termine dell'esposizione di Torino, verranno allestite nel prestigioso palazzo storico della Racchetta di Ferrara, dal 16 al 28 novembre.
A Ferrara la mostra "Viaggio in Italia" si arricchirà inoltre di altre opere di altri artisti sul medesimo tema).

Negli spazi 1 e 2 (4 sale):
“DRAMATIS PERSONAE 3. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea”
A cura di Virgilio Patarini, catalogo Ed. Giorgio Mondadori
In mostra quadri sculture e fotografie di Giovanna Bassi, Andrea Boldrini, Simone Boscolo, Valentina Carrera, Fabio Cuman, Marilena De Stefano, Alfredo Di Bacco, Christine Franceschini, Ilaria Grin, Alice Macchione, Delphi Morpurgo, Graziella Paolini Parlagreco, Donatella Sarchini, Edoardo Stramacchia, Jucci Ugolotti.



Nello spazio 3 (2 sale):
“VIAGGIO IN ITALIA (anteprima). Il paesaggio nell’arte italiana contemporanea”
A cura di Virgilio Patarini, catalogo Zamenhof Art
In mostra quadri e fotografie di Michele Coccioli, Verena D'Alessandro, Fiorella Manzini, Franco Maruotti, Ivo Stazio


DRAMATIS PERSONAE
Nota di presentazione

Innanzitutto è la presenza della figura umana che caratterizza tutte le opere di questo progetto, poiché c’è sempre una presenza antropomorfa (o più di una) che abita lo spazio o la superficie. Tuttavia ad una più accorta disanima si potrà ben notare come ci sia dell’altro: ciascuna di queste umane presenze evoca un mondo, richiama alla memoria o alla immaginazione una storia. Non è solo figura, dunque, ma anche e soprattutto personaggio. “Dramatis personae” in latino significa, infatti, semplicemente, “personaggi”.
I colori, le forme, le espressioni, i gesti, i contesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza, di volta in volta, di alludere a intrecci, situazioni, vicende, di cui quello che vediamo immortalato sulla tela o plasmato nello spazio è solo un istante, un fotogramma, un momento forte in cui si condensano, in potenza, i momenti futuri e si concentrano, come in una sorta di precipitato, i momenti passati. “Carpe diem”, insegna Orazio: cogli l’attimo. Anzi, non “cogli”, ma “afferra”, “ghermisci”, per fare una traduzione più puntuale.
Poi certo le modalità con cui i vari artisti selezionati “strappano l’attimo” sono molto diverse tra loro: diverse le poetiche, diversi gli stili. Ma comune è la capacità (e la volontà, più o meno consapevole) di condensare storie, emozioni, vicende nello spazio circoscritto di una singola opera. E fare di un quadro o una scultura un crocevia di situazioni. Un crogiolo.

Ci sono poi punti di contatto per così dire trasversali che consentono di accostare tra loro alcuni dei pittori e degli scultori qui radunati e di raggrupparli per affinità stilistiche e compositive.
Dal che si evince, in conclusione, che la parata di personaggi che attraversa questa mostra e l’omonima pubblicazione è decisamente variegata: personaggi drammatici accanto ad altri comici o grotteschi, evanescenti figure poetiche accanto a solide presenze carnali, in una ridda di stili teatrali mischiati tra loro che forse assomiglia alla tragicomica varietà di questi nostri tempi confusi. Tempi in cui facilmente la tragedia si risolve in farsa. E viceversa. (Virgilio Patarini)

VIAGGIO IN ITALIA
Nota di presentazione

Tra fotografia e pittura, tra dissolvenze incrociate e sapienti spatolate di colore, tra vedute urbane e scorci agresti, questa mostra presenta una carrellata di opere capaci di suggerire una ridefinizione in chiave contemporanea della forma codificata del paesaggio, tra recupero della tradizione senza manierismo o pedanteria, e sperimentazione senza inutili eccessi. Gli scatti di Michele Coccioli, sapientemente articolati in un montaggio di dissolvenze incrociate, e doppie o triple esposizioni, ci raccontano luoghi e città in un ritmo serrato di strutture architettoniche e presenze umane. Verena D'Alessandro e Ivo Stazio recuperano l'antico magistero della pittura ad olio, scomponendo anche loro scorci urbani, di antiche città storiche (la Bologna di Stazio) o di desolate periferie (la Roma della D'Alessandro) ma con la forza e la pregnanza di spatolate o pennellate decise, che giocano tra la rapida guizzante definizione del particolare naturalistico e la forza inquieta e primigenia della materia-colore. Fiorella Manzini e Franco Maruotti affrontano invece il tema del paesaggio agreste o la veduta marina, lasciando cantare la materia pittorica fino allo sfaldarsi della forma, fino quasi a sconfinare nell'Informale, fermandosi in bilico, oscillanti, alle soglie di un espressionismo quasi astratto: pastoso e materico quello della Manzini, guizzante e segnico quello di Maruotti.

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