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martedì 13 novembre 2012
STATO DI AGITAZIONE ANCHE PER I DOCENTI DEL "PATINI" DI CASTEL DI SANGRO
CASTL DI SANGRO - In stato di agitazione anche i docenti dell’Istituto Patini-Liberatore di Castel di Sangro che protestano contro la proposta di Governo di aumentare le ore di lavoro a parità di stipendio. Come avevano fatto professori dell'Itis di Pratola (clicca qui). Si è riunito ieri il Collegio dei docenti nella scuola sangrina, che ha deciso, da oggi fino al 24 novembre prossimo, giorno della mobilitazione nazionale a Roma, il blocco delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione, la temporanea
sospensione dei docenti da tutti gli incarichi e/o funzioni che non siano previsti come obbligatori dal CCNL (art. 30) e di tutte le attività non obbligatorie, lo stop dei progetti di ampliamento dell’offerta formativa, dei corsi di recupero, della informatizzazione del registro e delle comunicazioni alle famiglie (orario di ricevimento e comunicazioni quotidiane a cura dei coordinatori). Il collegio ha deliberato, altresì, perdurando le ragioni della mobilitazione, di procrastinare le azioni di protesta anche oltre il termine del 24 novembre. Il Collegio docenti del "Patini" rifiuta "l’incremento dell’orario di servizio, per ulteriori 6 ore settimanali, di 15 giorni del periodo di ferie, il conseguente taglio degli organici per decine di migliaia di posti di lavoro, il mancato rispetto del CCNL con la conseguente cancellazione della centralità della negoziazione sindacale". Bocciano gli insegnanti "la logica che vede la scuola non come luogo di investimenti ma di continui tagli e prelievi, che vede, ancora una volta, la categoria tra le più penalizzate a fronte dell’attuale situazione economica, pur essendo il carico di lavoro dei docenti italiani assolutamente in linea con quello dei colleghi europei ma senza un conseguente allineamento retributivo". Lo stato di agitazione viene, dunque, attivato poichè "la modalità di attuazione del dispositivo, prevista dal legislatore in deroga alla contrattazione collettiva nazionale è assolutamente inaccettabile" e "il contenuto dello stesso, per i suoi presupposti e per le sue conseguenze, sia gravemente lesivo della dignità professionale dei docenti potendosi tradurre in una ulteriore penalizzazione di tutto il sistema scolastico italiano". "La scuola pubblica e le sue professionalità" ribadiscono i docenti "hanno già subito nel corso degli anni, oltre ad una strisciante ma sistematica delegittimazione, una pesante aggressione in termini di blocco dei contratti, ripetuti tagli agli organici e drastica riduzione dei trasferimenti finanziari".