BUSSI - Ricomincia da capo il processo
riguardante la discarica di Bussi , dove per molti
anni sono state scaricate circa 500mila tonnellate di sostanze
tossiche. Il tribunale collegiale di Pescara, presieduto da
Antonella Di Carlo, ha dato ragione ai pm Anna Rita Mantini e
Giuseppe Bellelli, riconoscendo che agli imputati viene
di
fatto contestato il reato di avvelenamento e ha dichiarato la
propria incompetenza per materia sostenendo, dunque, che la
sede del processo spetta alla Corte d'Assise di Chieti.
Per
effetto, il tribunale ha ordinato la trasmissione degli atti
non direttamente alla Corte d'Assise, ma al pubblico ministero
di Pescara. Sostanzialmente l'accusa dovra' ripresentare la
richiesta di rinvio a giudizio dei 19 imputati, quasi tutti ex
amministratori e vertici della Montedison, e poi il gip dovra'
fissare la data dell'udienza preliminare. La vicenda, dunque,
torna davanti al gup del tribunale di Pescara, garantendo il
diritto di difesa. Il tribunale ha inoltre dichiarato il non
luogo a provvedere relativamente alle restanti questioni
preliminari in ragione dell'intervenuta pronuncia di
incompetenza.
WWF, AVVALORATO LAVORO DEL PM
Il Wwf interviene sulla decisione
del collegio del Tribunale di Pescara di dichiararsi
incompetente sul processo per il disastro ambientale di Bussi
in quanto il reato da contestare doveva essere quello di
avvelenamento e non gia' quello di adulterazione, rimandando
gli atti al Pm. "La decisione de1 Gup - ha detto Dante Caserta,
consigliere nazionale del Wwf - che aveva derubricato il reato
da avvelenamento a semplice adulterazione delle acque non ci
aveva convinto e, anzi, ci preoccupava per le potenziali
ripercussioni di tali valutazioni anche per altre vicende in
Italia. A caldo, dopo le decisioni del Gup, avevamo subito
fatto notare questo aspetto e il potenziale impatto negativo di
quella decisione anche sulla possibilita' di ottenere giustizia
per i gravissimi fatti di Bussi. Infatti - ha aggiunto -
l'ipotesi di adulterazione delle acque, molto meno grave del
reato di avvelenamento, avvicinava i termini di prescrizione e
rischiava di avviare su un binario morto la vicenda processuale
per uno dei peggiori disastri ambientali europei. Ricordo che
nelle falde acquifere sottostanti l'area di Bussi sono stati
riscontrati valori per alcuni inquinanti tossici, come il
cloroformio, di 3 milioni di volte oltre i limiti di legge.
Viene cosi' avvalorato il lavoro del Pm Mantini che ha con
forza difeso l'impostazione originaria dell'inchiesta.
Auspichiamo che ora si chiuda velocemente la nuova fase di
udienza preliminare".
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