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foto centroabruzzonews |
SULMONA – Si è arreso il
vescovo di Sulmona Valva che, di fronte a proteste e lacrime degli agguerriti corfiniesi, ha dovuto risistemare la statua al suo posto e i frammenti delle reliquie non sono stati portati via. "Dio ce lo ha
dato guai chi lo tocca!" Si sono opposti con tutte le forze, urlando
e protestando con quanto fiato avevano in gola per circa due ore i fedeli della
parrocchia di San Pelino a Corfinio bloccando così il vescovo di Sulmona Valva,
pronto a prelevare parte delle spoglie per inviarle in un santuario a Durazzo
in Albania, patria natìa del santo confermata da studi storici. Si
tratta di ossa custodite nel braccio d’argento e frammenti che furono prelevati
nel 700 e inseriti nel medaglione che spilla il mantello della statua. Le
intenzioni
del vescovo hanno il nulla osta del della congregazione delle cause dei santi con tanto di marchio del
Vaticano, fortemente contrastate dagli agguerriti corfiniesi, che hanno
ostacolato in tutti i modi l’operazione, tra lacrime, urla e mani che
nervosamente si agitavano in segno di protesta anche nel momento in cui il
vescovo, dopo aver colloquiato con loro fuori l’antico duomo, si è raccolto in
preghiera. Di fronte agli animi che si stavano scaldando sempre più, il vescovo
non ha potuto fare altro che decidere di “sospendere per ora”, forse su
suggerimento anche del prete avezzanese missionario in Albania, presente oggi.
Si attenderanno, probabilmente, tempi migliori e più opportuni, quando le ire saranno
placate. Di poche parole monsignor Spina, non ha rilasciato tante e dettagliate
spiegazioni, affermando solo “Visto il momento c’è bisogno anche di calma e
serenità perché è bene forse per ora sospendere”. A chi chiedeva di un futuro
confronto con i cittadini ha risposto con diplomazia “io vengo sempre in questa
chiesa”. Oggetto del malcontento per i fedeli è la mancata concertazione da
parte del vescovo con loro, i quali sostengono di sentirsi privati di beni che
non solo appartengono al loro piccolo paese dalla grande e illustre storia, ma
al loro patrono. Incontrerà domani i cittadini per discutere del caso il
sindaco, Massimo Colangelo, presente questa mattina, preoccupato anche per il
patrimonio culturale, convinto che certe operazioni andrebbero eseguite con
delicatezza e non in tutta fretta. “ha vinto il buon senso” ha detto “Non
approvo la mancanza di comunicazione e condivisione con una comunità che anche
se con eccesso di sentimenti ha espresso dissenso e non credo che meriti
frustrazione. Domani incontrerò la gente anche se queste azioni non competono
ad un’autorità laica”. Oltre a un documento sottoscritto dai fedeli che attesta la loro contrarietà, è
partita una petizione "Non ci fermiamo qua" hanno gridato alcune
signore "siamo disposti ad andare anche in vaticano se il vescovo dovesse
tornare a prelevare le reliquie". g.s. 



