L’AQUILA - Svolta nell'inchiesta sullo stupro
ai danni di una giovane studentessa trovata
seminuda e svenuta nella notte tra l'11 e il 12 febbraio scorsi davanti una discoteca di Pizzoli, nell'Aquilano.
I carabinieri hanno arrestato, nella caserma Campomizzi dell'Aquila,
Francesco Tuccia, il 21enne militare della
Provincia di Avellino, il principale
sospettato. L’AQUILA - Svolta nell'inchiesta sullo stupro
ai danni di una giovane studentessa trovata seminuda e
svenuta nella notte tra l'11 e il 12 febbraio
scorsi davanti una discoteca di Pizzoli, nell'Aquilano. I carabinieri hanno
arrestato, nella caserma Campomizzi dell'Aquila, Francesco Tuccia, il 21enne militare della Provincia di Avellino, il
principale sospettato. A inchiodarlo sono state in particolare le tracce di sangue trovate sulla camicia, sulla
mano e sul braccialetto, presumibilmente quello
che viene applicato all'ingresso
delle discoteche, tracce di sangue che secondo gli esami dei Ris di Roma appartengono alla giovane studentessa
laziale. Secondo la
ricostruzione dell'accusa, come emerge dall'ordinanza di custodia
cautelare, i due giovani sarebbero usciti per 15 minuti fuori dal locale e durante quel lasso di tempo il militare avrebbe abusato con conseguenze gravissime della studentessa. A far scattare l'ipotesi di reato di tentato omicidio, oltre alla gravità delle lesioni, è stato il fatto che tutti i testimoni ascoltati, almeno una
cautelare, i due giovani sarebbero usciti per 15 minuti fuori dal locale e durante quel lasso di tempo il militare avrebbe abusato con conseguenze gravissime della studentessa. A far scattare l'ipotesi di reato di tentato omicidio, oltre alla gravità delle lesioni, è stato il fatto che tutti i testimoni ascoltati, almeno una
trentina, hanno escluso che il giovane sia venuto
a contatto con la ragazza dopo la
violenza e questa circostanza farebbe presupporre il fatto che il militare, molto probabilmente impaurito
da quanto accaduto, avrebbe
lasciato la vittima esanime a terra e senza soccorrerla, rientrando semplicemente in discoteca. Il giovane avrebbe agito
da solo al di fuori della discoteca dove era
uscito insieme alla ragazza con la quale all'interno del locale aveva avuto un approccio. Secondo il pm titolare dell'inchiesta, David Mancini, non c'è stato rapporto sessuale ma una violenza sessuale che sarebbe stata effettuata anche con l'utilizzo di un corpo estraneo. Secondo il pm il giovane militare si sarebbe disfatto del corpo estraneo che probabilmente non verrà ritrovato alla causa della abbondante presenza della neve
uscito insieme alla ragazza con la quale all'interno del locale aveva avuto un approccio. Secondo il pm titolare dell'inchiesta, David Mancini, non c'è stato rapporto sessuale ma una violenza sessuale che sarebbe stata effettuata anche con l'utilizzo di un corpo estraneo. Secondo il pm il giovane militare si sarebbe disfatto del corpo estraneo che probabilmente non verrà ritrovato alla causa della abbondante presenza della neve
L'accusa di tentato omicidio è staccata perchè
non ci sono tra le testimonianze, prove sul
fatto che il giovane militare abbia soccorso la giovane dopo che la stessa era svenuta in mezzo
alla neve con una grave emorragia
e con una temperatura di almeno dieci gradi sotto lo zero.
Secondo la ricostruzione fatta dalla procura, avvalorata dal giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Romano Gargarella, che ha firmato l'udienza di custodia cautelare in carcere, se la giovane non fosse stata soccorsa dal gestore del locale e dagli addetti alla sicurezza che casualmente sono passati in quello spazio esterno al locale, la studentessa laziale che frequenta l'Università dell'Aquila, sarebbe morta per ipotermia. I tre amici dell'arrestato, due militari e una ragazza, “peraltro mai iscritti nel registro degli indagati”, sono risultati assolutamente estranei ai fatti, precisa una nota dei Carabinieri. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip dell'Aquila Romano Gargarella, il quale ha condiviso le conclusioni investigative dei carabinieri inquirenti. Il pm David Mancini ha coordinato le indagini.
Secondo la ricostruzione fatta dalla procura, avvalorata dal giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Romano Gargarella, che ha firmato l'udienza di custodia cautelare in carcere, se la giovane non fosse stata soccorsa dal gestore del locale e dagli addetti alla sicurezza che casualmente sono passati in quello spazio esterno al locale, la studentessa laziale che frequenta l'Università dell'Aquila, sarebbe morta per ipotermia. I tre amici dell'arrestato, due militari e una ragazza, “peraltro mai iscritti nel registro degli indagati”, sono risultati assolutamente estranei ai fatti, precisa una nota dei Carabinieri. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip dell'Aquila Romano Gargarella, il quale ha condiviso le conclusioni investigative dei carabinieri inquirenti. Il pm David Mancini ha coordinato le indagini.