PRATOLA PELIGNA - Febbo dalla parte dei Forconi. Di ritorno dall'incontro a Roma con il sottosegretario, Franco Braga, è arrivato poco prima delle 14. 30 l'assessore regionale alle politiche agricole alle Politiche agricole, Mauro Febbo, all'ingresso del casello di Pratola Peligna, dove ha incontrato il "movimento dei Forconi", gli agricoltori che stanno manifestando da ieri in uno dei due presidi (l'altro e' a Villanova). Presente anche il sindaco di Vittorito, Carmine Presutti. Secondo gli agricoltori peligni, che sono al secondo giorno di protesta con una ventina di trattori, le difficoltà non ci sono solo tra Nord e Sud ma anche tra costa e zona interne dell'Abruzzo
(intervista).
Sul tavolo, infatti, le insidiose problematiche che interessano il settore agricolo abruzzese e nazionale, alla base della protesta di questi giorni che ha visto scendere in campo numerose categorie di lavoratori.
"Insieme con gli
assessori di tutte le altre Regioni italiane abbiamo richiesto e ottenuto un
incontro con il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, che ci ha
ricevuto ieri mattina e al quale abbiamo sottoposto una serie di temi che
conosciamo bene e che interessano non solo il settore primario ma anche la Pesca. Mi riferisco in
primis al costo dei carburanti che grava in modo significativo sulle attivita'
economiche. A questo proposito il Ministro ha ascoltato con interesse ed
attenzione le nostre istanze e ci ha assicurato che si sta interessando alla
questione mettendosi gia' al lavoro per trovare una soluzione percorribile. Ci
ha inoltre anticipato che non sara' possibile intervenire direttamente sui
costi dei carburanti ma ci si dovra' concentrare su altri aspetti come il
credito d'imposta".
SUL FRONTE VILLANOVA DI CEPAGATTI
Prosegue anche al
casello autostradale di Villanova della A25, il presidio promosso da una
quarantina di persone, con venti trattori, che si riconoscono nel Movimento dei
forconi. Il presidio ha preso il via ieri e domani mattina i manifestanti
incontreranno l'assessore provinciale all'Agricoltura Angelo D'Ottavio e il
presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa. L'obiettivo della
manifestazione, a cui aderiscono imprenditori agricoli e ditte di servizi del
pescarese, e' denunciare "il caro gasolio - spiega Eugenio Giansante - la
mancanza di valore dei nostri prodotti, se restano nelle nostre mani, la nuova
tassa (Imu), e la difficolta' a stipulare contratti bilaterali". La
protesta, che prosegue anche nelle ore notturne, e' attuata "con modalita'
pacifiche" e l'unico disguido e' stato creato al traffico della zona
fermando i tir in transito. "Abbiamo offerto un bicchiere di vino e dei
dolcetti ai camionisti, ai quali abbiamo spiegato le nostre ragioni e in questo
modo il traffico ha subito dei rallentamenti", spiega Eugenio Giansante.
"Alla Provincia - conclude - chiediamo di prendere in carico le nostre
richieste".
LE RICHIESTE DEGLI AGRICOLTORI PELIGNI
Dal canto loro, gli
agricoltori affermano che "estrema parcellizzazione dei terreni
nella nostra provincia non rende possibile l’applicazione della circolare AGEA
sui contratti bilaterali. Non possiamo assolutamente perdere i fondi solo
perché ci viene reso impossibile formalizzare i contratti che fino a ieri
potevano essere stipulati in via unilaterale. Non possiamo più tollerare
il blocco dei fondi attribuiti dal PSR che restano depositati nelle banche e
non vengono materialmente trasferiti agli agricoltori risultati aggiudicatari
per bando. Dove sono andati a finire i nostri soldi ? Non possiamo più
sostenere i continui rincari del gasolio che continuano a far lievitare in
maniera esponenziale i costi di gestione delle aziende del settore. Vogliamo
che vengano attribuiti, come stabilito dalla legge e certificato nelle
richieste amministrative, i risarcimenti per danni da fauna selvatica alle
colture. Non possiamo più tollerare lo stallo della Provincia che aveva
promesso una pronta soluzione.
Vogliamo che vengano
modificati i canoni irrigui del Consorzio di Bonifica. Non è più possibile che
gli agricoltori della Valle Peligna continuino a pagare 110 euro l’anno mentre
nella Valle Tirino il canone ammonta a soli 30 euro. Infine non possiamo
più tollerare lo squilibrio nell’attribuzione dei fondi da parte della Regione
che continua a penalizzare notevolmente il nostro territorio. Vogliamo che
venga data risposta a questi nostri problemi. Non è più possibile continuare a
mortificare, con il silenzio e le false promesse, tutti quei lavoratori che,
con fatica e abnegazione, fanno di questa meravigliosa terra, la terra della
qualità e della genuinità".