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sabato 29 ottobre 2011

ANALISI PIT, RISORSE ANDATE ALLE STRUTTURE RICETTIVE


 (intervista video Carrara pres. com. mont. peligna)

SULMONA – Che i Pit (18 milioni di euro) abbiano costituito una boccata d’ossigeno per l’intera area peligno sangrina dal 2000 al 2006 è l’aspetto primario emerso dall’analisi valutativa effettuata dai dirigenti e funzionari del Ministero dello sviluppo economico (UVAL-DPS), presentata ieri nella sede della Comunità Montana Peligna. Tempi e termini stabiliti tutti rispettati, buona capacità di realizzare gli interventi, ma è mancata una visione organica e strategica. Il neo che affiora dal quadro illustrato, infatti, è la frammentazione degli interventi, rispetto alla concentrazione sui grandi progetti di sistema, indice di una sorta di debolezza del territorio. Secondo i dati è la ricettività turistico alberghiera, con agriturismi e bad and breakfast, uno dei settori che ha beneficiato maggiormente delle risorse messe  a disposizione per Sulmona e Alto Sangro, crescendo del 14%
rispetto al 5% in Provincia dell’Aquila. Nei 6 anni è aumentato il numero sia degli alberghi, da 118 a 136 (soprattutto a Barrea, da 2 a 4, a Castel di Sangro, da 4 a 6, a Roccaraso, da 21 a 25,  a Pescasseroli, da 26 a 32) con incremento dei posti letto (da 1540 a 1836 per Roccaraso, da 1272 a 1472 per Pescasseroli), sia degli agriturismi, da 24 a 32 (Pescocostanzo da 32 a 44). Raddoppiati i bad and breakfast (da 22 a 54) con più posti letto, da 164 a 362 (soprattutto a Sulmona da 5 a 11), mentre nel resto della provincia da 31 a 148. E’ il turismo, dunque, a fare la parte da leone nel centro Abruzzo.  La percentuale dei Pit spesa dal territorio è pari al 95,83%. Gli interventi di maggior importanza sono stati gestiti dal Consorzio industriale (il 25,41% spendendo il 99, 95%) e dalla Comunità Montana Peligna (il 14,15% spendendo 90,81) insieme a Sulmona,  Castel di Sangro (7,93%) Raiano (7,74%) Pratola Peligna (6,63%) mentre tutti gli altri non superano il 4% delle risorse complessive.  Gran parte delle risorse è confluita per l’agevolazione delle imprese. Nonostante il margine di libertà poco elevato, a causa dei vincoli del Docup che disegnava un sentiero stretto, nei paesi si sono registrati interventi e microprogetti per opere pubbliche, recupero dei centri storici, opere di canalizzazione per il passaggio delle fibre ottiche, per alcuni ha consentito  l’ingresso nel circuito Anci dei Borghi più belli d’Italia. “Un’operazione intelligente quella di investire cifre sostanziali sul territorio montano soprattutto in un momento in cui le risorse sono sempre meno” ha affermato l’assessore regionale Carlo Masci nel suo conciso discorso, premendo sull’importanza della valorizzazione delle peculiarità e tradizioni di ogni realtà locale, poiché riscontra un gran fermento, sostenendo che “ogni paese dovrà imparare a mettersi in rete individuando le proprie caratteristiche per poterle sfruttare”. Ha citato l’esempio del progetto di Roccamorice che punta al ritorno alla pastorizia con una nuova prospettiva. “Si sta riscoprendo l’agricoltura che può diventare sviluppo locale in rete”. “Per molto tempo non ci saranno risorse regionali per i locali, perché servono per sanare i debiti, ma ci sono quelle europee che non sono state ampiamente sfruttate”
Tutti concordi sulla positività del Pit e sulla occasione sia per capire, a distanza di anni, l’efficacia degli interventi sia per assimilare la lezione dal passato, al fine di progettare la crescita futura del territorio. “Abbiamo acquisito, però, consapevolezza che il lavoro va fatto insieme. Il problema per il territorio è la confusione tra il grande progetto e la pensata del momento.” ha detto Antonio Carrara presidente della Comunità Montana Peligna, convinto non solo della buona capacità del centro Abruzzo di mettere in atto gli interventi con i Pit, sia della positività di un'analisi realizzata da soggetti esterni. G.S.


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