SULMONA – “Il metanodotto e la
centrale di compressione che la
Snam vuole realizzare sul nostro territorio provocherà danni
enormi all’ambiente e all’economia locale” E’ quanto affermano i comitati sulmonesi
per l’ambiente, che ieri, durante il convegno sull’aglio rosso che si è tenuto
nell’abbazia di Santo Spirito, organizzato dall’associazione Proloco di Campo
di Fano, hanno diffuso un volantino per ribadire la tesi secondo cui con la
realizzazione del metanodotto “a farne le spese saranno in primo luogo gli agricoltori. L’attività
agricola, già in grave sofferenza, rischia
di ricevere il colpo di grazia da
un’opera che produrrà un impatto notevolissimo” “Per la ulteriore sottrazione di terreno agricolo,
in un territorio in cui tra infrastrutture viarie ed area industriale
(con molti capannoni chiusi) la cementificazione è già molto estesa. La centrale, in località Case Pente, è destinata ad
occupare ben 12
ettari con possibile futuro raddoppio, come è
avvenuto altrove; Per lo sconvolgimento che gli scavi (il gasdotto sarà posato
a cinque metri di profondità)
provocheranno all’assetto idrogeologico delle aree attraversate, in particolare
lungo la fascia pedemontana del Morrone
: infatti, nelle frazioni
di Marane, Badia e Bagnaturo, il metanodotto attraverserebbe
una zona ricchissima di sorgenti e terreni con falda acquifera superficiale e,
nella zona denominata “paludi”, la falda acquifera è praticamente affiorante; Per
le servitù di passaggio che
saranno imposte : 20 metri per ogni lato del metanodotto. Qui
l’attività agricola non potrà più essere libera come prima, dovendo sottostare
a specifiche limitazioni. Parliamo di circa 20 km, visto che il
metanodotto attraverserà l’intera Valle Peligna. Per l’inquinamento che sarà provocato
dagli effluenti gassosi della centrale, in particolare gli ossidi di azoto
(NOx), che causano il fenomeno delle piogge
acide. Data anche la particolare conformazione della Conca Peligna tali
sostanze, ricadendo al suolo, inquinano i prodotti agricoli con
conseguenze nocive sull’intera catena alimentare e sulla salute. Per la perdita
di valore che i due impianti (centrale e metanodotto )
provocheranno ai terreni e ai fabbricati esistenti nella zona; una perdita che
sarà tanto più elevata quanto più si è vicini agli impianti. A tutto ciò va
aggiunta la follia di voler realizzare a tutti i costi opere così pericolose in un’area altamente sismica come la nostra.
Con grande sacrificio ed impegno”
aggiungono i comitati “i coltivatori della Valle Peligna cercano di difendere
quello che resta della nostra agricoltura puntando soprattutto sulle produzioni
di qualità, come l’aglio rosso. Ma tutto questo lavoro rischia di essere
vanificato da scelte sciagurate come queste relative ai disastrosi
impianti Snam. Non siamo terra di
occupazione per i profitti dell’ ENI! No al megagasdotto e alla centrale
di compressione! Difendiamo uniti i diritti inalienabili del nostro territorio!”
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