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sabato 29 gennaio 2011

SULMONA: I COMITATI DEI CITTADINI PER L'AMBIENTE RISPONDONO ALLA SNAM

La forte contrarietà suscitata dal progetto del gasdotto “Rete Adriatica” tra i cittadini residenti nei territori Appenninici interessati (Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna, Molise) e tra i loro rappresentanti politici ed amministrativi affermano i comitati dei cittadini non è stata neppure scalfita dalle rassicurazioni offerte dalla SNAM a mezzo stampa negli ultimi giorni. Ricordiamo che la protesta era partita in tempi assai precoci in varie località dell’Italia Centrale, con la formazione di diversi Comitati senza che questi si conoscessero reciprocamente o avessero scambiato informazioni; tanto che in seguito si è costituito un Coordinamento Interregionale (con capofila il Comune dell’Aquila) tra le Amministrazioni le Associazioni e i Comitati Cittadini che si stanno opponendo alla realizzazione dell’opera. Con il consueto stile, la Snam (ENI) afferma che tutto è stato previsto, pensato, analizzato, che l’Appennino verrà prontamente restaurato, che la centrale di Sulmona produrrà solo aria balsamica, che i suoi gasdotti resistono a qualsiasi sisma , a qualsiasi frana, a qualsiasi cosa. Dice anche che l’opera si deve necessariamente realizzare lungo l’Appennino e soprattutto che la stessa è “indispensabile” per la Nazione. Di questi tempi però, le rassicurazioni date da una multinazionale,continuano nella nota i comitati dei cittadini , il cui scopo ultimo è il profitto e la sua ripartizione tra i soci, sono decisamente in ribasso.I fautori del progetto sostengono poi che si tratta di un’opera strategica: strategica per chi? Per l’Italia o per i profitti della Snam e soci? La Snam liquida a priori l’opzione zero (cioè il non costruire affatto il metanodotto) ma non fornisce alcuna prova del fatto che il nostro paese abbia bisogno di maggiori forniture di gas. I fatti invece, ci dicono il contrario.Attualmente affermano i comitati dei cittadini per l'ambiente di Sulmona, il fabbisogno di gas in Italia è di circa 85 miliardi di metri cubi l’anno, (nel 2010 il consumo è stato di 82,8), mentre le infrastrutture di trasporto esistenti hanno una capacità ben superiore: 107 miliardi annui. Si stima che tra dieci anni il fabbisogno potrà essere di 110 miliardi, ma se alle infrastrutture esistenti sommiamo i metanodotti ed i rigassificatori in progetto, si arriverà, nel 2020, ad una disponibilità di gas di almeno 230 miliardi di metri cubi l’anno e cioè più del doppio del consumo italiano previsto.

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