Dopo la cattiva giornata di ieri di Tutti i Santi, con la pioggia battente che ha impedito a molti di recarsi nel cimitero per commemorare i propri cari estinti, oggi 2 novembre nel giorno della Commemorazione dei Defunti, la giornata meteorologicamente parlando è stata piu' clemente e in molti si sono riversati nel locale cimitero per adempiere ad un rito che resiste imperterrito negli anni.Citiamo il pensiero del filosofo e psicologo francese Gonthier Maine De Biran spiega cristianamente il mistero della morte che è risurrezione di Dio. « Quale è mai la gioia che invade l'anima quando può riposarsi nell'Essere onnipotente!In verità come può non abbandonarsi alla disperazione l'uomo che lo nega? Come un uomo sospeso nello spazio per opera di una forza invisibile, non sentendosi appoggiato a nulla, avrebbe l'impressione di piombare in ogni istante in un abisso, così chi vive e pensa, e non si sostiene in Dio deve essere percorso da un fremito perpetuo, dallo stupore pauroso di sentirsi esistere.
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martedì 2 novembre 2010
SULMONA: IN TANTI OGGI NEL CIMITERO PER COMMEMORARE I DEFUNTI
Dopo la cattiva giornata di ieri di Tutti i Santi, con la pioggia battente che ha impedito a molti di recarsi nel cimitero per commemorare i propri cari estinti, oggi 2 novembre nel giorno della Commemorazione dei Defunti, la giornata meteorologicamente parlando è stata piu' clemente e in molti si sono riversati nel locale cimitero per adempiere ad un rito che resiste imperterrito negli anni.Citiamo il pensiero del filosofo e psicologo francese Gonthier Maine De Biran spiega cristianamente il mistero della morte che è risurrezione di Dio. « Quale è mai la gioia che invade l'anima quando può riposarsi nell'Essere onnipotente!In verità come può non abbandonarsi alla disperazione l'uomo che lo nega? Come un uomo sospeso nello spazio per opera di una forza invisibile, non sentendosi appoggiato a nulla, avrebbe l'impressione di piombare in ogni istante in un abisso, così chi vive e pensa, e non si sostiene in Dio deve essere percorso da un fremito perpetuo, dallo stupore pauroso di sentirsi esistere.
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