In merito alle dichiarazioni fornite dal presidente della Regione Gianni Chiodi in cui il governatore affermerebbe che le responsabilità della grave crisi economica ed occupazionale che attanaglia la Valle Peligna sono da attribuire anche ai cittadini che vi abitano perche' rifiutano l'insediamento di industrie "impattanti" i comitati ribadiscono il loro diniego e replicano alle affermazioni di Chiodi.Il nostro comprensorio ha perso oltre 1000 posti di lavoro in seguito al fallimento del vecchio modello di sviluppo industriale, un fallimento accentuato dalla globalizzazione dei mercati e dalla crisi mondiale.Pensare di riproporre quel modello, come lei fa, nella versione peggiorata delle industrie insalubri, non solo è anacronistico, ma significherebbe dare il colpo di grazia ad un territorio agonizzante.Infatti queste industrie da un lato attrarrebbero attività dello stesso genere, trasformando la Valle Peligna in una valle dei veleni, dall’altro costringerebbero a chiudere ed impedirebbero l’ingresso di attività sane ed eco-compatibili.E’ per questo che ci aspettiamo che, sull’esempio della normativa contro la petrolizzazione dell’Abruzzo, la Regione approvi subito una legge che non consenta ad impianti così pericolosi, come quello progettato dalla Snam, di esporre a gravi rischi i nostri territori e i cittadini che vi abitano.
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