Alcune di queste opere sono state respinte dalla mobilitazione dei cittadini. Altre, invece, ce l’hanno fatta. Così, grazie alla miopia politica e alla irresponsabilità di chi ha gestito la cosa pubblica - alternandosi al governo o all’opposizione - Sulmona e la Valle Peligna sono diventati un “territorio di sacrificio” per interessi a noi del tutto estranei. Certo, inaugurare una piscina comunale o mobilitarsi per avere nel proprio Comune un evento come Arrostiland porta più consensi elettorali rispetto ad un serio impegno per la tutela dell’ambiente, ma la nostra classe politica dovrebbe comprendere che il grande patrimonio naturale, ambientale e storico è il nostro oro. Nessuno ce lo può portare via. Ma se lo lasciamo distruggere o depauperare, se lasciamo inquinare le nostre acque o l’aria che respiriamo, perdiamo ogni possibilità di rinascita per il nostro territorio. Per noi, ma soprattutto per chi verrà dopo di noi. Il sindaco di Sulmona, Luca Tirabassi, non ha nulla da dire in proposito?
A sollevare perplessità più che legittime nella pubblica opinione è proprio il comportamento dei responsabili della Get Energy. Perché negare che si tratta di un inceneritore, quando sono loro stessi, oltre che la vigente normativa, a definirlo tale? Perché oscurare o secretare, nascondendosi dietro il pretesto del segreto industriale, informazioni fondamentali come quelle sulle emissioni delle sostanze nocive in atmosfera? Come giustamente rilevato dal Forum H2O la piena trasparenza è il presupposto ineludibile per poter valutare l’incidenza di simili impianti su un bene inestimabile quale è la salute pubblica.
Sulmona e la sua conca già devono fare i conti con gli inquinanti della Metaenergia e della costruenda centrale Snam. Come potrebbero sopportare un ulteriore peggioramento della qualità dell’aria, in un contesto di valle chiusa e soggetta al fenomeno dell’inversione termica? E poi, la questione delle sostanze che uscirebbero dai camini dell’impianto non è ancora più problematica, visto che verrebbe trattato ogni tipo di rifiuto, compresi copertoni e rifiuti industriali? E l’inquinamento prodotto dal via vai dei camion per trasportare la grande quantità di rifiuti? E i problemi connessi allo smaltimento delle ceneri?
Insomma, siamo di fronte ad un pessimo “affare”, che peraltro porterebbe con se una risibile ricaduta occupazionale. Un “affare” che, potendo raccogliere rifiuti da ogni dove, potrebbe rappresentare quel grimaldello destinato a trasformare il nostro territorio – Cogesa docet - in uno dei più grandi, se non il più grande immondezzaio d’Abruzzo. Infine, un’ultima domanda: se la tecnologia della pirolisi è così valida e promettente perché in Italia non esiste alcun impianto del genere?"
Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile
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