ROMA - "L'ultima in ordine di tempo è avvenuta nel carcere abruzzese di Pescara laddove, abbiamo appreso dagli organi di stampa, un agente di polizia penitenziaria sembra sia stato aggredito durante un'operazione di servizio e, colpito ad un occhio, inviato al pronto soccorso da dove è stato dimesso con una prognosi di 10 giorni.Tuttavia il fenomeno delle aggressioni riguarda l'intero territorio nazionale non risparmiando alcuna delle aree geografiche italiche. Tutto questo sta dando parecchio da fare non solo chi è chiamato a ripristinare l'ordine ma anchegli organi di stampa che puntualmente, e meno male mi sentirei di dire, contribuiscono, denunciandolo alla pubblica opinione, ad offrire il loro aiuto in materia di divulgazione del malcontento generale che in conseguenza di tutti ciò serpeggia tra gli operatori del mondo penitenziario e da molti anni a questa parte oramai.
Puntare il dito contro il Governo attuale sarebbe ingeneroso visto che è da molto tempo che il gioco al massacro nei penitenziari risulta iniziato.
Tuttavia chiedere un maggiore sforzo volto ad introdurre metodi e norme capaci di sovvertire il disordine che si è andato costituendo nelle carceri italiane è un dovere che in quanto rappresentanti degli aggrediti ci sentiamo di avanzare a chi è preposto alla gestione del dovere ma anche a chi dovrebbe rivestire il ruolo di sentinella del diritto di chi lavora al servizio dello Stato.
Va bene parlare di suicidi e di sovraffollamento ma pensare di tenere lontano quello che ha anch'esso l'aria di essere un effetto collaterale della carenza di sufficienti investimenti per le carceri è un errore che non possiamo più permetterci di veder fare e soprattutto di subire.
Il nostro grido d'aiuto va innanzitutto al Governo Meloni al quale gli riconosciamo se non altro l'interesse a voler investire in tale ambito ma anche alle Regioni che, come dimostrato nel caso dell'Abruzzo grazie anche al contributo della garante dei detenuti Monia Scalera e all'assessore ai servizi sociali Santangelo, potrebbero davvero avere un ruolo determinate in questo campo.
A tutti i colleghi aggrediti va il nostro sentimento di vicinanza".
F.to Mauro Nardella, delegato nazionale Cnpp-Spp
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