SULMONA - "Alta tensione nel carcere di massima sicurezza di Sulmona dove un detenuto campano di 23 anni ha tentato di strangolare un agente di polizia penitenziaria di 25 anni. Il grave episodio è avvenuto questa mattina quando il giovane recluso si era allontanato dalla sezione di appartenenza per salire al piano superiore, sostenendo di essere stato autorizzato a spostarsi all'interno della struttura. Circostanza non vera come verificato dal poliziotto penitenziario che si è messo in contatto con i colleghi. Redarguito e sollecitato a tornare nella "sua" sezione , il 23enne ha reagito violentemente e ha messo le mani al collo al poliziotto, rischiando di strangolarlo.
L'agente penitenziario si è quindi recato nel pronto soccorso dell'ospedale di Sulmona dove i medici gli hanno diagnosticato lesioni personali non gravi oltre alle ferite al collo dovute all'aggressione. Il detenuto, nelle scorse settimane, aveva incendiato alcuni materassi nel carcere di Castel Marmo. Si tratta dell'ennesimo episodio di violenza nell'istituto penitenziario peligno. Il giudice del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ha condannato infatti a dieci mesi di reclusione Vincenzo Siculo, detenuto del carcere peligno, per aver aggredito nella stanza colloqui il suo ex compagno di cella. Durante l'aggressione il recluso aveva anche danneggiato un tavolo. Da qui la condanna per i reati di lesioni personali e danneggiamento".(ANSA) Poliziotto penitenziario aggredito al carcere di Sulmona.
Nardella (Cnpp-Spp): conterò i giorni per vedere se il detenuto sarà trasferito o meno.
Sulmona (L'Aquila)- Non c'è mai pace al carcere di Sulmona. Ho appreso tramite gli organi di stampa di un tentativo di strangolamento operato ai danni di un agente penitenziario da parte di un detenuto ad Alta Sicurezza di giovane età e solo perché l'agente non gli avrebbe permesso di fare una cosa vietata dal regolamento.
Un gesto davvero deprecabile e che condanno in maniera categorica.
Se ciò è avvenuto è anche e soprattutto perché di personale ce n'è molto poco e impossibilitato a gestire dinamiche di questo genere.
Un agente costretto a guardarsi 50 detenuti non è il massimo per chi dovrebbe essere deputato a gestire le azioni di ristretti normali figuriamoci se di fronte ci si trova a dover competere con 50 detenuti di elevato spessore criminale.
Il Dipartimento dovrebbe dare un forte segnale trasferendo il detenuto lontano dal luogo in cui ha commesso l'infrazione. Tuttavia spesso e volentieri, pur essendoci una circolare che lo prevede, del trasferimento neanche a parlarne.
Il nuovo capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria deve assolutamente invertire la rotta se non vuole trovarsi di fronte un personale sempre più demotivato.
Così facendo si rischia di scoraggiare anche chi questo lavoro lo fa con passione.
I dirigenti generali devono far sentire lo Stato vicino ai colleghi e senza pensarci più di tanto.
L'auspicio ora è che l'aggressore venga sottoposto a un esemplare procedimento disciplinare oltre ovviamente ad essere immediatamente trasferito in una struttura lontanissima".
-Così il componente della Segreteria Nazionale Cnpp-Spp Mauro Nardella-
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