Perciò, lo ripetiamo: la Snam dice una clamorosa bugia, e lo fa per cercare di coprire la illegalità del cantiere della centrale installato a Case Pente il 1° marzo 2023.
Il cantiere è illegale perché a quella data la maggior parte delle prescrizioni “ante operam” dettate dalla Valutazione di Impatto Ambientale non erano state adempiute e il loro adempimento è la condizione fondamentale per l’avvio dei lavori.
Sulla illegalità del cantiere della centrale abbiamo presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Sulmona il 22 maggio 2023 e due integrazioni in data 26 aprile 2024 e 16 settembre 2024, ma nonostante siano passati oltre due anni nessun provvedimento è stato finora adottato dalla Procura. Perché?
Nel suo comunicato la Snam aggiunge che “le attività di Snam sono inoltre svolte in raccordo con le Soprintendenze e gli enti preposti, come nel caso delle indagini archeologiche preventive svolte a Sulmona”. E questo è vero. Ma avrebbe dovuto aggiungere che, in accordo con la Soprintendenza dell’Aquila, a Case Pente le ruspe della Snam hanno distrutto le tracce di un insediamento umano, con 40 capanne e recinti per animali, risalente a 4200 anni fa. Un vero e proprio crimine culturale e storico compiuto in spregio sia della normativa nazionale che di quella europea che tutelano il nostro patrimonio archeologico.
In merito agli impatti sull’ambiente la Snam scrive che “i propri cantieri sono gestiti secondo rigorosi principi di sostenibilità e accompagnati da monitoraggi ambientali, faunistici e geomorfologici”. Della “rigorosa sostenibilità” della Snam ne sa qualcosa l’Orso bruno marsicano al quale è stato sottratto un’importante area del corridoio faunistico che collega il Parco della Maiella con la Riserva di Monte Genzana. E ne sanno qualcosa anche i 317 alberi di ulivo abbattuti illegalmente dalle motoseghe della Snam".
p. Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile - Sulmona
Mario Pizzola
Nessun commento:
Posta un commento