SULMONA - "Riprendendo l’accusa di inefficienza degli Ospedali di Sulmona e Castel di Sangro - che secondo la letterale espressione usata dal Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia dell’Aquila (e per certi versi ripresa, in forma più blanda, dal Presidente della Giunta regionale nell’intervista rilasciata alla emittente televisiva Rete 8) “basterebbe smantellare” trattandosi di “ospedali che, conti alla mano, per come sono strutturati, costano molto di più di quanto producono in termini di prestazioni erogate” – abbiamo appena appreso che la O.S. NurSind ha proclamato, presso la Prefettura dell’Aquila, lo stato di agitazione del personale della ASL 1 Abruzzo contro la direttiva Prot. n. 61035/25 del 31/03/2025 con cui il Direttore sanitario aziendale avrebbe organizzato la pronta disponibilità nei servizi di endoscopia digestiva in spregio della normativa che ne detta la disciplina e precisamente: l’art. 6, comma 3 lett. g) del CCNL Comparto sanità 2019-2021 e l’art. 6, comma 3 lett. l) del CCNL Dirigenza sanitaria 2019-2021; nonché la normativa contrattuale di cui all’art. 44, comma 2 del CCNL Comparto sanità 2019-2021 ed all’art. 30, comma 1, 2 e 3 del CCNL Dirigenza sanitaria 2019-2021.
Ma a prescindere dagli aspetti di legalità a base della contestazione sindacale, ciò che appare inaccettabile è che il modello organizzativo predisposto dal Direttore della ASL comporterebbe il trasferimento coatto all’Ospedale dell’Aquila, tramite le ambulanze del 118, dei pazienti degli Ospedali di Castel di Sangro e di Sulmona abbisognevoli, in regime di urgenza-emergenza notturna e festiva, di prestazioni di natura endoscopica non eseguibili in loco.
In parole povere e per fare un esempio, secondo la direttiva del Direttore Sanitario Aziendale un paziente in accesso al pronto soccorso di Castel di Sangro dovrebbe essere trasportato a L’Aquila (o forse ad Avezzano) per ottenere una prestazione d’urgenza di endoscopia digestiva.
Orbene, se si considera che la vigente normativa impone al medico reperibile di essere presente in ospedale al massimo entro 30 minuti dalla chiamata per eseguire la prestazione d’urgenza, mentre il paziente che parte da Castel di Sangro riuscirà a giungere a L’Aquila non prima di un paio di ore (condizioni metereologiche permettendo), ben si comprende quale è il senso di efficienza che si può cogliere (sempre che durante il viaggio non ci scappi il morto) da quella direttiva: una direttiva, peraltro, che – sempre secondo quanto si desume dalla dichiarazione di apertura del conflitto sindacale - sarebbe stata adottata in assenza del piano annuale dell’emergenza-urgenza che la ASL avrebbe dovuto adottare, previo confronto con le Organizzazioni sindacali, all’inizio dell’anno e che non risulterebbe adottato nemmeno negli anni precedenti, nonostante l’emergenza COVID-19.
E poi ci vengono a parlare di sprechi ed inefficienza degli Ospedali del Centro Abruzzo!"
Il Presidente
F.to Dott. Antonio Santilli
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