PESCARA - “Un detenuto ventiquattrenne d’origine egiziana si è suicidato stamani presso la Casa Circondariale di Pescara. Poco dopo sarebbe scattata una protesta a opera di reclusi, alcuni dei quali saliti sul tetto dell’edificio, e sarebbe stato appiccato un incendio a seguito del quale almeno un agente sarebbe rimasto intossicato. Sul posto starebbero accorrendo rinforzi della Polizia penitenziaria, i vigili del fuoco e alcune ambulanze, mentre l’istituto sarebbe presidiato all’esterno dalle altre forze dell’ordine. Abbiamo ancora notizie sommarie e disarticolate, ma è chiaro che nelle carceri proseguono senza soluzione di continuità e senza freni la scia di morte e i disordini”.
"Casa Circondariale di Pescara, un disastro che si poteva evitare"
Da tempo la UILPA Pol. Pen. lamenta lo scarso interesse dell'amministrazione centrale e regionale ai problemi delle carceri abruzzesi, il cambio ai vertici del provveditorato del Lazio, Abruzzo e Molise non ha portato alcuna significativa novità se non la promessa, ribadita solo la settimana scorsa dal nuovo provveditore, Dott. Giacinto Siciliano che si è insediato negli ultimi mesi del 2024, che Pescara e Teramo rientrano tra le priorità del PRAP date le innumerevoli criticità.
Il suicidio di un giovane detenuto, che al momento aveva un fine pena previsto nel 2027 per reati contro il patrimonio, questa mattina ha innescato il caos, una protesta collettiva che con il passare del tempo si è via via ingigantita fino a rendere necessario l'invio di rinforzi dagli istituti vicini per far fronte alla crescente protesta che, si teme, possa ancora sfociare in una vera e propria rivolta, infatti al momento una sezione detentiva è inagibile (quella incendiata) ed altre due sezioni sono senza acqua e corrente elettrica, per un totale di circa 250 detenuti coinvolti nelle 3 sezioni.
La Casa Circondariale di Pescara ha capienza regolamentare di circa 270 posti e vede oggi presenti 445 detenuti, ovvero un sovraffollamento del 160% con un'altissima percentuale di psichiatrici e tossicodipendenti; se aggiungiamo che a fronte dei 138 agenti necessari, secondo una pianto organica che abbiamo sempre contestato, abbiamo solo 107 agenti con una carenza di 30 unità e questo SOLO nel ruolo degli agenti-assistenti è facile capire che non si trattava di capire “SE” ma solo “QUANDO” sarebbe accaduto.
Questo è quello che succede – prosegue il Segretario Regionale UILPA Polizia Penitenziaria – quando si prendono decisioni senza fare i conti con la realtà, non si può pensare di gestire un carcere, a fronte di un simile sovraffollamento carcerario, senza i necessari agenti di Polizia Penitenziaria; da tempo lamentiamo i problemi degli agenti lasciati soli nelle sezioni detentive e senza il necessario supporto dalla catena di comando, anch'essa carente delle figure indispensabili per la corretta gestione dell'istituto, infatti a Pescara mancano anche Ispettori (-9), Sovrintendenti (-10) e Commissari (-2) che portano la carenza a circa -50 poliziotti.
Auspichiamo che con l'apertura dell'istituendo Provveditorato Regionale Abruzzo e Molise (dovrebbe ri-aprire entro la fine del 2025) si possa assistere quantomeno allo stop della transumanza di detenuti di “difficile gestione” che giornalmente ci vengono assegnati dalle carceri laziali ed una maggiore attenzione alle problematiche REALI degli istituti abruzzesi.
Nel frattempo chiederemo al Provveditore Regionale, Dott. Giacinto Siciliano (che nel frattempo è arrivato nel carcere di San Donato) come intervento immediato quello di ridurre il numero di detenuti presenti a Pescara così da rendere il carcere più gestibile da una pare e più vivibile dall'altra.
Il Segretario Generale Regionale
UILPA Polizia Penitenziaria Abruzzo
Ruggero Di Giovanni
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