L'AQUILA - "Domenica 10 novembre, alle 18.00, TeatroZeta presenta 'I CIOCCOLATINI DI OLGA', una produzione della Galleria Toledo di Napoli. Liberamente ispirato a L'orgia di Praga di Philip Roth, con la drammaturgia e regia Laura Angiulli, vedrà in scena Alessandra d’Elia e Antonio Marfella. Le scene sono di Rosario Squillace, disegno luci di Cesare Accetta, l' illuminotecnica di Lucio Sabatino."Se la formazione e i più generali caratteri culturali di Philip Roth fanno riferimento al Nord Est di quell’America della quale fin dall’infanzia lui assume in proprio i tratti, le consuetudini, le passioni giovanili proprie di certa popolazione immigrata di più o meno recente generazione -proficuamente insediata in quel contesto d’America - è anche vero che il richiamo delle radici resta forte, e insiste sulle scelte di vita e letterarie dell’autore, e non di rado nell’ampio peregrinare della scrittura lo riporta indietro, in un andare a ritroso attraverso le generazioni.
La produzione della Galleria Toledo di Napoli, in scena da oggi al 10 novembre con i seguenti orari: 8 novembre ore 16.30; 9 novembre ore 17.30; 10 novembre ore 18.00
L’orgia di Praga, apparentemente un’operina, pulsa del desiderio d’appartenenza e condivisione.
C'è il riconoscimento di una distanza avvertita e sofferta dal soggetto scrivente, per caso portato dagli eventi in quella terra della sua antica origine, al tempo ancora oppressa dalla violenza della dominazione sovietica.
Le figure, faticosamente, stentatamente si aggirano sulla scena dell’opera, quasi fantasmi nella nebbia offuscante di un diritto di sopravvivenza tanto reclamato quanto negato, e pure si stagliano per la nettezza della rappresentazione, e si fanno elementi di configurazione di un più ampio spaccato umano che può facilmente essere assunto a segno di una mortificante conduzione di vita, quasi negazione della vita stessa.
La scelta di trarre un’idea di messinscena dagli umori de L’orgia di Praga si lega idealmente alla già consumata esperienza - da parte dell'autrice/regista- che fu nella traslazione teatrale del romanzo "Le braci"di Sandor Marai felicemente portata alla scena, e al desiderio ancora una volta presente di appuntare lo sguardo su quell’ampio versante d’Europa drammaticamente segnato da espropriazioni di territori e caratteri, di culture, di logos; un’ulteriore occasione di riflessione che pure nel mutato contesto storico-politico degli ultimi decenni cerca di cogliere, nelle leggibili contraddizioni del presente, le tracce di un passato la cui drammaticità non è ancora affidata alla polvere del tempo".
Laura Angiulli
Nessun commento:
Posta un commento