L'AQUILA - "Privilegiare, per la scelta delle aree idonee all’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile di grandi dimensioni, le zone classificate come destinate agli insediamenti produttivi, agricole e per i servizi, e con le dovute misure di salvaguardia che tengano in dovuta considerazione il contesto. Prevedere forme di compensazione per le comunità locali. Sono alcune delle indicazioni contenute nel documento predisposto dall’associazione di Comuni Autonomie locali Abruzzo (ALI Abruzzo) in risposta alla procedura di consultazione avviata dalla Regione che, come stabilito dal decreto del luglio scorso, dovrà individuare nei prossimi mesi le aree idonee all’installazione degli impianti di energia rinnovabile.“Riteniamo – scrive Alessandro Paglia, direttore di ALI Abruzzo – che gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili debbano essere ubicati in via prioritaria in zone classificate come D, E e F, dai vigenti piani urbanistici (insediamenti produttivi, agricole e servizi). Nelle zone A, B e C (quindi centri storici e aree residenziali) si ritiene utile ammettere esclusivamente impianti di piccolo taglio (massimo 1MW) finalizzati ad autoconsumo e/o creazione di comunità energetiche sostenibili e rinnovabili”. Inoltre nelle zone agricole, si legge nel documento di ALI Abruzzo “la realizzazione di tutti gli impianti di qualsiasi potenza nominale, dovrebbe essere subordinata al rispetto e all’attuazione di alcune misure di salvaguardia e mitigazione”, tra cui quelle che prevedono che “le infrastrutture (cabine elettriche, etc.), la viabilità e gli accessi indispensabili alla costruzione e all'esercizio dell'impianto dovranno essere esclusivamente quelle strettamente necessarie al funzionamento dell'impianto stesso e a tale scopo dimensionate” e che “cavidotti ed elettrodotti dovranno essere, per quanto tecnicamente possibile, interrati”.
Poi secondo ALI Abruzzo “nell'ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale. I progetti devono poi tenere conto delle specificità territoriali, devono essere armonici con il contesto e adottare le soluzioni tecniche adeguate a ridurre al minimo le esternalità negative di qualsiasi natura. Si valuta negativamente ad esempio la possibilità di presentare più progetti per un unico sito, che spesso va a scapito della qualità progettuale e si propone la definizione di meccanismi di dibattito pubblico e di coinvolgimento dei territori nella fase preliminare di progettazione”.
Per l’associazione di Comuni quindi “a tal proposito si ritiene che debba essere data la priorità nell’individuazione delle aree a tutte quelle aree industriali dismesse, al fine di limitare il più possibile l’impatto paesaggistico. Anche l’utilizzo dell’agrivoltaico, ove adeguatamente progettato e realizzato, rappresenta una alternativa valida in grado di garantire la produttività dei terreni e il raggiungimento delle finalità di transizione energetica”. ALI Abruzzo propone anche “forme adeguate di compensazione territoriale, che forniscano benefici tangibili e continuati nel tempo alle comunità locali. Prendendo a modello quanto già avviene per gli impianti idroelettrici, si pone la necessità di definire delle royalties adeguate a beneficio dei comuni, e di individuare forme nuove di compensazione a favore delle comunità”.
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