POPOLI - "L’Acqua ci racconta il passato dei nostri avi e genitori, nonni, ci accompagna al presente e ci prepara per un Futuro solido. Le acque sono il nostro giacimento aurifero.Sono le acque che producono il nostro sistema termale e non viceversa. Ridurre le Acque solo all’espressione del termalismo, è miope, riduce le capacità di sviluppo futuro. Ne riduce le potenzialità. I nostri amministratori stanno mettendo il carro davanti ai buoi e con una modalità che non permette ai cittadini di esprimersi secondo i propri diritti. POPOLI è la CITTA’ DELLE ACQUE da sempre. Le acque sono il nostro Giacimento aurifero, la nostra identità e la nostra vocazione. Invece… i nostri amministratori vogliono cambiare il nome, il prossimo 7 maggio, con un processo decisorio che non garantisce alcuna chiarezza, ovvero una Consultazione al posto di un vero e proprio Referendum, come strombazzato per 5 mesi sulla stampa cartacea e Tv dal Sindaco. Il bello è che ciò sia avvenuto con una inversione di rotta all’ultimo minuto, predisponendo un regolamento affrettato e sciatto sotto l’aspetto dei principi democratici, che non da alcuna garanzia avvicinabile allo stato di Diritto. Il Sindaco ha strombazzato di un Referendum, per poi fare una sterzata a U, trasformandolo in uno strumento detto “Consultazione” che per come organizzata riteniamo che non assicuri alcun potere ai cittadini. Essi vengono, infatti, chiamati a dare un “consulto” ma in realtà è stato tutto predisposto affinché non avessero la dovuta e sufficiente informazione per decidere e deliberare. Infatti, ciò che viene stabilito: “forme, modalità, tempi, che devono essere AMPIAMENTE pubblicizzati con tutti i mezzi di comunicazione a disposizione dell’amministrazione” (così si legge nel Regolamento), ciò non è avvenuto, basti vedere gli stessi tabelloni predisposti per la fase di consultazione, dove dei 3 spazi messi a disposizione, uno è affidato dall’Amministrazione a se stessa, che ha promosso la campagna di propaganda per il SI, e gli altri due non è dato capire con quale modalità li si possa utilizzare. Basta solo questo elemento per comprendere come tutta l’operazione conculchi la libera espressione della volontà dei cittadini, trasformandosi in una vera e propria macchina da guerra per il Si. propaganda. Figuriamoci che libertà sentano i cittadini se è il Sindaco tenta manifestamente di imporre unidirezionalmente il risultato. Ci sono anche altri aspetti di cui tener conto, quanto dura la campagna informativa, quando scade? Non è possibile leggerlo da nessuna parte. Insomma mancano le regole formali da stato di diritto e alle ns osservazioni ci sentiamo rispondere Machiavellicamente che “il fine giustifica i mezzi” , mentre noi riteniamo che i Mezzi prefigurino i fini (Ghandi). Chiederemo perciò a Sua Eccellenza, il Prefetto, di voler intervenire presso l’Amministrazione per riportare il Regolamento e la sua applicazione, per quanto possibile, a una parvenza di democrazia. Almeno in questo ultimi giorni. Ed approfondire tutti gli altri aspetti di questo evento sorto in modo monco e con la prefigurazione a tutti i costi di un risultato, non per conoscere il parere dei cittadini, ma solo per avallare una loro decisione già presa a tavolino". Ripensiamo il Territorio
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