Al riguardo, se proprio non si può fare a meno (sic) di “contaminare” uno stemma che vanta già una quarantina di anni (dunque da annoverare tra gli stemmi “storici” che per legge non si possono modificare), mi permetto di osservare che l’unica immagine che può riassumere compiutamente l’unione autentica di tutti gli abruzzesi è l’Italia che campeggia sulla moneta coniata alla fine del I secolo a. C. dalla Lega Italica, alla quale aderirono – condividendone i principi di autodeterminazione, di solidarietà e di reciprocità – le popolazioni dell’intero territorio dell’Abruzzo: Marsi, Peligni, Vestini, Marrucini, Frentani, Pretuzi, Piceni. Senza dimenticare che il termine Italia, inciso sulle monete e “incarnato” dal profilo di una giovane donna, ha assunto in quel contesto un esplicito valore politico e sociale, un significato che andava ben oltre la mera connotazione geografica, un “valore” del quale tutti gli abruzzesi dovrebbero essere fieri e orgogliosi.
A scanso di equivoci, in ogni caso, ribadisco l’assoluta contrarietà ad ogni forma di “manomissione” dello stemma in uso e, contestualmente, offro la mia collaborazione – a titolo del tutto gratuito – ad emendare gli errori e gli abusi che mostrano lo stemma, il gonfalone e la bandiera della Regione Abruzzo, la stessa disinteressata consulenza prospettata a fine febbraio, per iscritto, alla segreteria dell’Assessore Quaresimale per quanto concerne gli stemmi dei Comuni da porre sulle nuove divise in dotazione agli agenti di Polizia Locale. Risposte? Finora silenzio assoluto".
Fabio Valerio Maiorano
Deputato di Storia Patria dell’Abruzzo
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