Le indagini, anche da un punto di vista tecnico con l’analisi dei cellulari sequestrati, ha dato modo ai militari di ricostruire il traffico e lo smercio della “cocaina” che ha riguardato le zone di Coppito e luoghi di maggiore aggregazione della città.
Gli indagati coinvolti venivano contattati dagli acquirenti specialmente sulle piattaforme social, nel tentativo di sfuggire ai controlli telefonici. I successivi incontri con i compratori hanno interessato sempre luoghi differenti, raggiunti dagli spacciatori con le sole dosi necessarie alle singole vendite: tale accorgimento è stato attuato al fine di subire una semplice segnalazione come assuntori qualora incappassero in controlli di polizia.
L’attuale ordinanza applicativa di misure cautelari personali è frutto di un’articolata indagine sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di L’Aquila, attraverso la quale gli investigatori hanno raccolto numerosi elementi di prova a carico degli indagati.
Il G.I.P. del Tribunale di L’Aquila, cui è stata avanzata richiesta delle misure custodiali, ha concordato appieno le risultanze investigative, giungendo così all’emissione dei provvedimenti restrittivi anche in ordine alla ravvisata pericolosità sociale e attualità delle condotte delittuose.
Nel corso dell’intera indagine sono stati recuperati e sequestrati cospicui quantitativi di stupefacente e danaro contante frutto delle reiterate cessioni condotte nel corso dei primi mesi dell’anno".
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