SULMONA - "Gasdotto Sulmona-Foligno e centrale di Sulmona: il Coordinamento No Hub del Gas audito dalla Commissione Europea. La Snam evita di rispondere alle domande poste dagli attivisti.Il 22 e 23 Aprile scorso si è svolto un meeting presso la Commissione Europea sui progetti gas di interesse comune della 5. PCI List tra cui il completamento della Rete Adriatica Snam con i tratti Sulmona-Foligno e Foligno Sestino (attraverso i quali dovrebbe essere veicolato, secondo la multinazionale, il gas di TAP e Poseidon fino a Minerbio e poi in Europa) e con la centrale di compressione di Sulmona.
Al meeting hanno partecipato i Commissari Europei per l’Energia e, quali portatori d’ interesse, le società proponenti (associate nell’ENTSOG tra le quali SNAM, TAP, EDISON, BP…), le aziende regolatorie (ARERA per l’Italia), rappresentanti dei Governi Nazionali (per l’Italia Andrea D’Elia del MITE), e le associazioni dei cittadini tra cui No Hub del Gas, Movimento No Tap/Snam di Brindisi per la Campagna “Fuori dal Fossile”, Emergenza Climatica.it, varie ONG europee (Gastivists, Food And Water Action Europe, CEE Bankwatch Network ecc). La lista dei progetti presentata sarà esaminata dalla Commissione per essere poi votata dal Parlamento Europeo per il finanziamento da parte della BEI (Banca Europea degli Investimenti) e della BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo).
Ai rappresentanti delle multinazionali del gas sono state poste domande sulla Rete Adriatica Snam, sul trasporto di idrogeno per i nuovi gasdotti, sulle perdite di gas e monitoraggi, sul raddoppio di TAP (pur mancando l’interconnessione alla Rete Adriatica; infatti la realizzazione del gasdotto Matagiola-Massafra è prevista per il 2028, sul nuovo gasdotto Poseidon…
Molte delle domande formulate dalle associazioni dei cittadini su questi progetti "fossili" non hanno avuto risposta. Il rappresentante di Snam, in merito alle domande poste dal Coordinamento No Hub del Gas relative alla Rete Adriatica (ora Linea Adriatica), è stato vago ed elusivo. Nulla ha risposto sulla inutilità dell’opera essendo la rete esistente già sovradimensionata rispetto ai consumi interni; nulla sulle dichiarazioni di ENI e MedReg (l’Associazione dei Regolatori Mediterranei dell’Energia), che attestano che non servono altre infrastrutture per il gas in Italia; nulla sulla V.I.A risalente al 2011 e totalmente superata tanto da non contemplare, ad esempio, la presenza dell’ orso nell’area di Case Pente dove è prevista la centrale; nulla sulla contrarietà all’opera da parte delle popolazioni e delle Istituzioni locali; nulla sull’aumento costante delle energie rinnovabili. Nulla!
Solo sulla sismicità dei territori la Snam ha ripetuto la solita litania che ben conosciamo: “ i gasdotti non sono pericolosi nei terremoti, anzi il gas è stata l’unica infrastruttura non danneggiata dal recente terremoto”. Il rappresentante della Snam aveva sicuramente “dimenticato” i diversi gasdotti esplosi anche per un semplice smottamento di terreno!
Priva di ogni fondamento è stata l’affermazione della Snam in merito alla funzione di TAP: “il gas di TAP serve per decarbonizzare. Infatti servirà anche a diminuire le emissioni di CO2, con la conversione a gas della centrale a carbone di Cerano”. A smentire totalmente la tesi del gas fossile come combustibile ponte è uno studio di Energy Watch Group, la rete indipendente di scienziati con sede a Berlino. Il risultato della ricerca è che non conviene passare dal carbone e dal petrolio al gas nei diversi settori – trasporti, generazione elettrica, riscaldamento - perché la sostituzione di una fonte fossile con l’altra finisce per accelerare il cambiamento climatico. Secondo lo studio di EWG sostituire le centrali a carbone con gli impianti a gas farebbe aumentare del 41% le emissioni complessive responsabili dell’effetto serra, ciò a causa delle emissioni cosiddette “fuggitive” di metano.
Le scelte della Commissione Europea, con buona pace dell’European Green Deal, dimostrano quanto ancora conti l’industria del gas, che influenza le decisioni dell’Europa con una capillare e costosa azione di lobbying e che ha molti alleati nel Parlamento UE e nei governi europei: una forza in grado di bloccare il continente su altri 40 o 50 anni di dipendenza dal gas (visto che questa è la vita utile di un gasdotto), un combustibile fossile che resta sempre una minaccia per il clima e il cui utilizzo è in aperto contrasto con il raggiungimento della neutralità climatica al 2050 stabilita dall’Accordo di Parigi".
Coordinamento No Hub del Gas
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