SULMONA - "Ho avuto, come tutti, malati gravi tra le persone a me più care, che ho potuto aiutare grazie ad una buona diagnosi fatta all’Ospedale di Sulmona e all’onestà di un medico dello stesso Ospedale che mi disse: “noi qui non possiamo metterci mani”. Destinazione Roma dove per fortuna tutto andò per il meglio.Altre malattie si sono trasformate in perdite, perché né qui né altrove c’era una cura.Ho sempre tenuto presente che all’Ospedale di Sulmona, nonostante alcuni medici, infermieri ed operatori eccellenti, non si potesse chiedere molto, poiché piegato da logiche spregiudicate di una “politica” cinica che non ha esitato e non esita a passare sopra anche al diritto alla salute.
Ciò che è contato ed ancora conta è altro: appalti, nomine, acquisti, esternalizzazione di tutto, oggi anche della selezione del personale.Ciò che è contato è stato ridurre l’Ospedale di Sulmona ad un Ospedale di base, magari in cambio di qualche piccolo tornaconto.
La sanità abruzzese drena l’80 per cento delle risorse regionali. A Sulmona nessun investimento.
Per la sanità, e per ben due volte, la nostra Regione ha visto le inchieste della magistratura irrompere nella nostre vite.
Le stesse mafie, d’altronde, investono nella sanità, attraverso un portfolio che comprende le imprese multiservizi(mense, pulizie, disinfezione), il ciclo dei rifiuti, i trasporti, e tanto altro.
Cosa comporta per noi tutto questo? Che non possiamo permetterci neppure di ammalarci.
Perciò vi chiedo, anzi vi imploro, di non ammalarvi, perché il nostro Ospedale per tutte le ragioni sopra riportate, non è assolutamente in grado di garantirci le cure.
Perché ci sono ritardi nella diagnosi (Teramo dà priorità alla sua provincia nel processare i tamponi), perché mancano le attrezzature, perché manca il personale medico ed infermieristico competente. Perché è mancata la volontà, a tutti i livelli istituzionali, di fare ciò che era giusto fare.
A Sulmona non ci sono medici specialisti e non ci sono esperienze nel campo delle malattie infettive, e tutto quello il personale sanitario sta facendo lo sta facendo a suo rischio e pericolo personale e professionale.Perciò sta a noi assumere la consapevolezza che non ci potrebbero curare e che non ci saprebbero curare nei casi più gravi. Per questo i trasferimenti a Foligno, a Roma, a Pescara, a L’Aquila.Questa è la realtà, troppo comodo giocare a chi strilla di più. Bisognava pensarci prima, bisognava pretendere mezzi e personale altamente specializzato oppure far si che il nostro Ospedale fosse un presidio no covid a servizio di tutta la Regione. La politica, la mala politica, ha fatto si che oggi, in tutto il comprensorio, non solo non ci possiamo curare adeguatamente se contraiamo il covid, ma anche se ci spezziamo una gamba tutto è più complesso.Assumiamo su di noi la responsabilità che altri non hanno avuto, e comportiamoci da quelle brave persone che siamo non solo adottando tutte le cautele ma raddoppiandole.Verrà il tempo della individuazione delle responsabilità, ma ora non ci facciamo distrarre, proteggiamoci e proteggiamo i nostri affetti più fragili".
Teresa Nannarone
Cittadina
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