SULMONA - "È una lunga lista quella delle occasioni perse o che si stanno perdendo dal Comune di Sulmona in merito alla sismicità; a partire dalla ricostruzione dopo il terremoto del 2009 (più volte si è cambiata in corsa l’organizzazione degli uffici con un ufficio sisma che ha fatto più chilometri che pratiche) fino alle molteplici possibilità dettate da progetti e finanziamenti specifici.Uno di questi si riferisce ad un avviso pubblico del 2014 per “Interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico o di demolizione e ricostruzione di edifici privati” con circa 2.700.000 euro di finanziamento a fondo perduto ed erogazione da parte della Regione Abruzzo, senza nessun aggravio per le casse comunali.Ad oggi sono 70 gli edifici che, pur rientrati nella graduatoria ufficiale, attendono dagli uffici il completamento dell’iter per ottenere il finanziamento.Dal 2014 ad oggi nessuno di questi edifici è stato finanziato e su nessuno di essi si sono potuti realizzare i lavori.
Questo nonostante che le opere per la mitigazione del rischio sismico avrebbero permesso a 70 edifici, molti dei quali in centro storico, di mettersi in sicurezza, almeno nei confronti dei meccanismi più pericolosi che si potrebbero attivare con una crisi sismica importante (l'inserimento di catene a bloccare il ribaltamento delle facciate, ad esempio, causa di innesco di danni e crolli).
Si fa insomma un gran parlare di prevenzione ma ai proclami non corrisponde un'organizzazione politica e amministrativa capace di farsene carico, viste le difficoltà anche nel gestire procedure di ordinaria amministrazione.
Un ufficio tecnico con dirigenti che vanno e vengono, con personale tecnico in part-time, con tecnici con contratti a tempo determinato e senza la presenza di una politica autorevole determina quello che ormai a Sulmona è vissuto con rassegnazione dai cittadini e dai tecnici.
E così non si dà seguito ai finanziamenti, non si riesce ad avere un rapporto proficuo e continuo con chi sta cercando di realizzare la Microzonazione Sismica di Livello 3, non si manda avanti il progetto pilota di Casa Italia (a proposito, che fine ha fatto?).
Per non parlare del Liceo Classico, il cui ritardo e le note vicissitudini se non fossero drammatiche per chi le subisce, potrebbero apparire ridicole e paradossali.
Nell’insieme invece questi ed altri interventi, in una città come Sulmona, in cui il rischio sismico è molto elevato e dove il centro storico è di grande valenza artistica e architettonica (da tantissimi riconosciuto come il più importante d'Abruzzo), devono rappresentare una priorità assoluta.
Perché la prevenzione senza tempestività non esiste e nel caso della prevenzione sismica, la tempestività si misura in vite umane!
Il terremoto non è prevedibile e se ancora non siamo stati messi alla prova è solo per una casualità. E quale responsabilità ha un'Amministrazione che non ha soddisfatto il suo primo dovere, quello della salvaguardia dei cittadini?
E con tali premesse, come si pensa di poter affrontare anche il sisma-bonus? Con quali risorse umane, amministrative e di programmazione politica si intende gestire questa ulteriore delicata fase di prevenzione e di potenziale ripresa economica? Perché se è vero che gli interventi afferiscono al privato, il ritorno sarà su tutta la collettività e una amministrazione che affronta questi problemi con la necessaria e dovuta serietà e
competenza non può non mettere in campo le necessarie risorse di supporto per fornire risposte adeguate e in tempi celeri, in linea con quanto previsto dalla normativa".
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