SULMONA - "Dopo aver invocato senza serie ragioni l’intervento dell’esercito e la creazione di una zona rossa sul nostro comune (che avrebbe ingiustificatamente isolato il territorio), il sindaco è tornato alla carica, per la seconda volta, sulla questione riguardante la residenza per pazienti da negativizzare, cioè di coloro che superata la malattia, e dopo le cure ospedaliere, sono ancora potenziali portatori di contagio. Una polemica scatenata contro la Asl e poi finanche contro la Regione, e nella quale ha trascinato alcuni sindaci del territorio cui non ha correttamente riferito l’accaduto.Il sindaco Casini, che fa parte del comitato ristretto di Sindaci, cioè di quel centro decisionale dove si tracciano gli indirizzi da condividere con l’azienda sanitaria, ha partecipato ad una riunione alla fine di marzo utile alla individuazione di luoghi ove ricoverare i pazienti risultati positivi al Covid-19 già ospedalizzati e che non possono rimanere al loro domicilio una volta dimessi.
La Asl in tale fase ha chiesto ai sindaci l’individuazione della disponibilità di strutture, preliminarmente pubbliche e solo in mancanza e quindi in subordine private, da destinare a residenze dei post-covid, così realizzando una mappatura di edifici utile, in caso di progressione significativa del contagio, che per fortuna al momento è ancora contenuto, a far fronte a future esigenze.Ad oggi i pazienti post-covid hanno trovato ricovero in una struttura di proprietà della pubblica amministrazione (come è logico avvenga prima di rivolgersi a privati) e in tale struttura, dove peraltro non possono ovviamente accedere familiari proprio in ragione del pericolo di contagio, ci sono ancora posti disponibili per i pazienti della provincia. La struttura è poco distante da L’Aquila e dall’Ospedale San Salvatore.Ed allora il sindaco Casini non ha riferito che:
1- La attuale situazione sanitaria provinciale, rispetto al pericolo paventato alla fine del
mese di marzo, è tale per cui non necessitano alla ASL ulteriori strutture (che potranno
essere casomai prese in considerazione in caso di incremento dei pazienti post-covid);
2- La scelta di collocarli nella attuale struttura vicino L’Aquila oltre che essere
giustificata dalla capienza della stessa e dal fatto che trattasi di edificio pubblico, per il
quale la ASL e la Protezione Civile nulla corrispondono, si trova a pochissimi minuti
dall’Ospedale di L’Aquila che è Ospedale destinato ai pazienti Covid ed ha reparti
specializzati per le malattie infettive;
3- Il sindaco Casini ha protestato allorquando nel nostro ospedale è stato ricoverato,
solo momentaneamente, qualche paziente colpito dal coronavirus, ribadendo che
l’Ospedale di Sulmona deve essere no-covid, cioè chiuso ai pazienti infetti; non si
comprende pertanto come si possa poi pretendere di ospitare pazienti dimessi
dall’ospedale dopo il contagio, ed in attesa di negativizzazione, in una struttura di
Sulmona quando, in caso di loro aggravamento, non possono poi essere portati nel
nostro presidio ospedaliero, ma ricoverati a L’Aquila, con i rischi dei ritardi dovuti al
viaggio e con i problemi che sorgono per il trasporto di tali pazienti, che impongono
l’utilizzo di costosi dispositivi di protezione individuale e sanificazione delle
ambulanze;
4- Il sindaco Casini solleva la polemica sul mancato utilizzo di Villa Gioia, alla cui
proprietà aveva forse ed ingiustificatamente dato assicurazioni al riguardo, senza
chiarire che si tratta di struttura privata, che sarebbe stata pagata con denaro pubblico.
In questo caso occorreva procedere ad attività amministrativa di evidenza pubblica,
onde consentire a qualsiasi soggetto privato di rispondere alla richiesta, e ciò non
appare dalla lettura degli atti. Non si comprende pertanto tale preferenza ed il Sindaco
Casini è chiamata a chiarirlo.
Spiace che nella polemica inopportunamente trasformata, in un momento di grave
emergenza sanitaria, in rivendicazione di natura territoriale, siano stati trascinati
numerosi amministratori locali che a tali riunioni non hanno preso parte.
Se il sindaco Casini, oramai in scadenza di mandato, tenta di riacquisire una perduta
credibilità agli occhi della comunità sulmonese, che ha ricevuto solo danni da una
pessima attività amministrativa dell’attuale primo cittadino, ha certamente errato nella
mira".
Fratelli d’Italia di Sulmona
Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia
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