La notorietà del concorso è ormai nota, tanto che dal 1983, anno in cui si è svolta la prima edizione, la rassegna ha ospitato alcuni di quelli che sono diventati ormai registi di grande successo nel panorama nazionale come Paolo Sorrentino e Luca Guadagnino.
Non solo, un successo dimostrato anche dalla costante crescita dei cineasti esordienti che vogliono partecipare al concorso da tutto il mondo. Sono infatti 900 i corti ad essere stati analizzati dal team degli organizzatori del festival, fino ad arrivare all'individuazione delle 39 opere passate in concorso e proiettate nei tre giorni dell'evento sulmonese.
Nella sua lunga storia il Festival ha accolto ospiti e giudici come Mario Monicelli, Claudia Cardinale, Claudio Santamaria, Valentina Cervi, Stefano Accorsi e quest'anno la supervisione della giuria è stata affidata a Francesco Montanari, che abbiamo visto nelle vesti del Libanese, nella serie Romanzo Criminale, e che vedremo a breve nei panni di Girolamo Savonarola, nella nuova fiction Medici III.
Di seguito i cortometraggi premiati
e le motivazioni espresse dalla giuria,
composta da giovani critici cinematografici Under 35: Benedetta Pini, Francesca Torre, Davide Sica, coordinati da Davide
Stanzione e presieduti dall’attore
Francesco Montanari.
Lo Special Jury Prize va a Homesick
di Koya Kamura (Giappone): Per aver restituito, nonostante la durata,
il percorso completo dell’elaborazione di un lutto, in cui il rapporto
genitore-figlio è affrontato con profondità e da diversi punti di vista, in un mondo di sopravvissuti
con un passato traumatico da metabolizzare.
Il premio alla Best Soundtrack va a Heidi Happy
per All Inclusive (Svizzera): Per l’uso strutturale e drammaturgico del suono, decisivo per
chiarire il punto di vista del regista. La musica, in questo caso, non è solo
un semplice commento, ma una lente attraverso cui osservare le azioni in una
cornice narrativa dalla risonanza universale.
Il premio per il Best Editing va a Marshall Curry
per The Neighbors’ Window (USA): Un montaggio fondamentale per
restituire il gioco di specchi che caratterizza l’interazione tra i personaggi
e il crescendo delicato della psicologia della protagonista, culminante nella rottura finale di un ritmo binario.
Il premio per la Best Cinematography va a Nicolas Berteyac
per Beaver at Work (Francia): Per l’abilità di ricreare
in spazi reali un’atmosfera surreale, grazie a un uso del colore e della luce
in grado di amplificare una sensazione di alienazione declinata in chiave
grottesca.
Il premio per il Best Animation Short Film va a Memorable
di Bruno Collet (Francia): Per la valorizzazione della tecnica della
stop motion, funzionale a rendere visibile il deteriorarsi invisibile della
percezione del protagonista affetto da Alzheimer.
Il premio per il Best Documentary Short Film va a All Cats Are Grey in the Dark di Lasse Linder
(Svizzera): Per essere riuscito a evidenziare
il privato del protagonista, anche nei suoi risvolti più intimi e delicati. E
per l’interessante lavoro di ricerca sul contesto, che accentua il senso del
dramma e l’isolamento del protagonista.
Il premio per la Best Screenplay va a Bogdan
Muresanu per Cadoul De Craciun (Romania): Per l’originalità della storia
e l’uso particolarmente accorto dei dialoghi, attraverso cui il rapporto tra un
padre e un figlio diventa emblema di uno spaccato socio-politico più ampio.
Il premio per la Best Actress va a Behdokht
Valian per Tattoo (Iran): Per essere riuscita, attraverso
la sua interpretazione, a trasmettere un messaggio di femminilità forte, in un contesto altamente inquisitorio nel quale il
corpo diventa simbolo di resistenza.
Il premio per il Best Actor va a Georges Siatidis
per Kapitalistis (Francia/Belgio):
Per la sua interpretazione sottile che riesce con poche, calibrate sfumature
a rendere credibile un personaggio comico inserito in un contesto drammatico.
Il premio per il Best Director va a Erenik Beqiri per
The Van (Albania): Per il suo calibrato lavoro di sinergia tra
tutte le componenti filmiche, in grado di conservare uno sguardo lucido sui
personaggi pur mantenendo un ritmo serrato e costante.
Il premio per il Best National Short va a Florence di Emanuele Daga
(Italia): Perché dimostra come un autore italiano possa esprimere uno
sguardo personale all’interno di un contesto produttivo lontano dalla
tradizione nazionale, raccontando una storia intima in un universo ricco di
dettagli credibili e con frequenti cambi di registro.
Il premio per il Best International Short va a A Sister
di Delphine Girard (Belgio): Per aver saputo valorizzare il formato
cortometraggio con una storia che nasce, si sviluppa e muore attraverso una
scansione puntuale e millimetrica, tanto in sede di scrittura quanto nella
gestione della durata e degli snodi narrativi. Ragguardevole anche il lavoro
sulla attrici, ben sostenute da una regia solo apparentemente di servizio e
dotata di vivida maturità formale.
Una giuria ad hoc
composta dai registi di videoclip Roberto
“Saku” Cinardi e Giacomo Triglia
e dal cantautore The Niro ha
assegnato il premio per il Best Music Video
che va a Hubris di Ian
Isak (Danimarca) con la seguente motivazione: Superba performance
attoriale del protagonista che ricorda un po'
il personaggio interpretato da Werner Herzog nel film di Harmony Korine
“Julien Donkey Boy”. Sapiente uso del montaggio ad alternare le due tecniche di
ripresa, widescreen e 4:3 a simulare la soggettiva realizzata con la
videocamera miniDV da uno degli attori. Straordinario il casting e la
coreografia realizzata dalle comparse a cadenzare il ritmo del brano.
Assolutamente geniale il finale a sorpresa.
La giuria degli Abruzzo Short Films, composta dalla
giornalista Germana D’Orazio, dal regista televisivo Claudio Del Signore e dall’attore e doppiatore Franco Mannella ha premiato come miglior corto abruzzese Dove
si va da qui del regista Antonello
Schioppa, nato nel teramano e operante a Milano. Questa la motivazione: Una regia essenziale, attenta, efficace nel
rendere organiche le immagini, l'interpretazione degli attori e il ritmo della
narrazione di una tragedia familiare dai risvolti imprevedibili. Bella la
scelta di lasciare allo spettatore la possibilità di immaginare il prima e il
dopo. Perfetta l'interpretazione del papà di Peppino Mazzotta (attore sempre a fuoco
e credibile) ed efficacissimo anche il piccolo Riccardo Peta. Un corto che ci
invita ad attendere con curiosità il lungo-opera prima di Antonello Schioppa.
Infine il premio SIFF Studenti è stato
conferito da circa 200 studenti delle scuole secondarie superiori di Sulmona
al cortometraggio L’attesa di Angela
Bevilacqua, scelto nella categoria “National”, Per aver permesso a tutti noi di vivere le stesse emozioni della
protagonista, tra le mura schiaccianti di una casa umile. La storia di una
mamma, provata dalla paura di un attentato terroristico, che ci riporta dentro
la realtà cruda dei nostri giorni. Bello, passionale, umano da apprezzare anche
per le caratteristiche tecniche dal piano focale si primi piani.
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