
SULMONA -
Centro storico blindato, folla commossa che ha assiepato ogni angolo del cuore antico della città, la prima volta del vescovo che apre la Chiesa della Trinità prima dell’uscita del corteo processionale e i ritocchi dell’ultimo minuto per i portatori del Tronco e della statua dell’Addolorata. Sarà difficile dimenticare l’edizione 2019 della Processione del venerdì santo che entra negli annali, incassando una grande cornice di pubblico, strappando fiumi di lacrime a turisti e veterani. Il pio esercizio è stato organizzato per il 192 esimo anno di fila dall’Arciconfraternita della Santissima Trinità. Prima della processione, il vescovo di Sulmona-Valva Michele Fusco ha aperto la Chiesa della Trinità mentre il direttivo ha eseguito dei ritocchi dell’ultimo minuto nelle quadriglie sorteggiate il lunedì Santo. Tonino Marinucci è stato designato per portare il Tronco mentre Pasquale Di Bacco ha portato in spalla la statua dell’Addolorata. Tutto è filato liscio secondo tradizione.
Si faceva fatica a trovare un posto o un parcheggio dopo la mini rivoluzione sulla viabilità. Ma la buona riuscita del pio esercizio premia gli sforzi dei trinitari che possono tirare un respiro di sollievo. Il corteo processionale è partito alle 20 in punto dalla Chiesa della Santissima Trinità. Toccante il momento dello scambio tra i trinitari e lauretani, avvenuto all’altezza dell’acquedotto medioevale, segno di rispetto fra i due sodalizi. Imponente e brillante il coro dell’Arciconfraternità, composto da 120 elementi e diretto da Alessandro Sabatini, che ha eseguito quattro brani fra cui il “Miserere” di Scotti e L’Ecce di Giovanni Galli. A mezzanotte circa, dopo la preghiera conclusiva del vescovo di Sulmona-Valva Michele Fusco, la processione ha fatto rientro nella Chiesa della Trinità.
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