CASTEL DI SANGRO - La chiusura della sede Inps di Castel di Sangro è l’ennesima notizia che conferma la lontananza delle istituzioni, della politica e dei centri decisionali pubblici dalle zone interne dell’Abruzzo e della provincia aquilana. Una scelta che contraddice non soltanto le affermazioni quasi giornaliere che rassicurano sul mantenimento dei servizi nei centri di montagna, che non soltanto ridurrà i servizi previdenziali che l’Inps deve garantire ai cittadini, ma che andrà a colpire un’area economicamente vivace, dove la presenza di numerose aziende soprattutto turistiche e del terziario deve essere appoggiata da tutte le prestazioni che l’economia locale richiede, soprattutto - ed è questo il caso dell’Inps -
se a svolgerle sono aziende pubbliche il cui obiettivo prioritario è quello di garantire i servizi dovuti agli utenti anche delle zone più distanti e svantaggiate, evitando che ci siano anche in Abruzzo cittadini di serie A e cittadini di serie B. Motivazioni e argomenti che ci sembra superfluo commentare ancora e per le quali la Cgil provinciale, unitamente allo Spi e alla Fp (le categorie che rappresentano i pensionati e i lavoratori pubblici) sollecita l’Inps a ripensare questa scelta e a continuare a tenere aperti gli uffici di Castel di Sangro come ha fatto fino ad oggi. D’altra parte questo sindacato da tempo sollecita la Regione Abruzzo e le istituzioni ad ogni livello a dotarsi di una strategia per le aree interne.
Umberto Trasatti, Cgil provincia L’Aquila
Francesco Marrelli, Fp provincia L’Aquila
Orante Venti, Spi provincia L’Aquila
CGIL SPI FP
L’Aquila
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