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mercoledì 25 luglio 2018

"VERTENZA CASA RECLUSIONE DI SULMONA IN CONSIGLIO COMUNALE? DOCUMENTO INVIATO AL SINDACO PER INSERIMENTO PUNTO ALL'ORDINE DEL GIORNO NEL PROSSIMO CONSESSO CITTADINO"

SULMONA - "Per meglio definire le problematiche  insite in quella che non è  sminuente  affermare essere una delle realtà  più  importanti  d'Italia sarebbe opportuno effettuare  un excursus  storico.L'attuale struttura ebbe ad essere inaugurata nel 1993 allorquando  prese il posto di  quella che per più  di  un secolo aveva occupato gli spazi dell'Abbazia  Celestina e non più  consona, con la sua struttura arcaica ed obsoleta, a rappresentare  i nuovi modelli fondati sull'ordinamento  penitenziario varato nel 1975 e ulteriormente modificato da decreti successivi non ultimo quello deliberato nel 1986 e dai più  conosciuti  come Legge Gozzini.All'atto dell'inaugurazione  erano più  di  300 gli uomini della polizia penitenziaria  a governarne  l'utilizzo.
Col tempo il loro numero si è  andato mano mano e sempre più  assottigliando tanto da portare le organizzazioni  sindacali a manifestarne il proprio dissenso attraverso diverse manifestazioni di proteste culminate,  con una forte presa di posizione da parte delle stesse, in una poderosa manifestazione  dinanzi i cancelli dell'allora provveditorato di Pescara ed allora capeggiato dal provveditore dr.Gaspare Napoleone.
Seppur con non pochi problemi  riuscimmo a strappare l'impegno di inviare in servizio di missione una dozzina dy persone provenienti  da tutte le parti d'Abruzzo  e del Molise.
La situazione ideale la raggiungemmo  comunque in occasione di due eventi in particolare:
La chiusura temporanea nel 2004 del carcere di Avezzano a causa di obbligati  lavori di restauro;  y
la chiusura limitata a circa 6 mesi del carcere dell'Aquila  in occasione del sisma del 2009 ( in questo caso il DAP diede ulteriore linfa alla causa permettendo ai colleghi colpiti dal terremoto di essere distaccati anche da sedi extra distrettuali)
In  tali circostanze,infatti, tutti i poliziotti  facenti capo a tali strutture  vennero messi nelle condizioni di scegliersi una sede ove, seppur temporaneamente, prestare servizio.
Fu proprio in tali occasioni che la casa di reclusione di Sulmona sperimento' il massimo dell'efficienza  in ordine a garanzie nell'applicazione  sia delle regole penitenziarie che dei diritti  dei lavoratori.
Furono limati  i congedi ordinari accumulati; applicate correttamente  le regole sugli orari di lavoro ( 6 ore) e non le attuali 8 se non 12 ore continuative;
rispettate le richieste delle organizzazioni  sindacali  in tema di piante organiche poiché  l'unica da sempre riconosciuta,e cioè  quella che prevede 310 unità  di  polizia y penitenziaria, solo in questi casi venne raggiunta e con tutti i suoi positivi risvolti.
Purtroppo, dopo la breve parentesi pseudo  positiva del terremoto  del 2009, tutto è  andato in frantumi.
Il personale  aquilano fu rispedito com'era giusto che fosse a l'Aquila;
Quello distaccato da carceri del nord  rimandato in sede;
piante organiche riviste in negativo tanto da trasformare il numero 310 che inneggiava nella pianta organica ministerialmente riconosciuta  del 2001 in un numero che sa molto di beffa vale a dire 267.
Ben 40 poliziotti in meno a fronte di un'età  media sempre più  elevata e che sta trasformando  un ex efficiente plotone di forze fresche in un ammaccato raggruppamento  geriatrico visto che da tempo abbiamo superato la fatidica soglia media dei cinquanta  anni.
Il tutto senza contare il fatto che nel 2013 la casa reclusione di Sulmona ha visto trasformata  la  propria circuitazione. Infatti da una situazione di promiscuità  penitenziaria( fino a quella data si viaggiava su un sistema misto fatto di detenuti di media sicurezza ed internati ai quali venivano fatti accompagnare due  sezioni ex AS3 e due AS1) si è  passati ad una più  contenuta ma sicuramente  più  pericolosa circuitazione  fatta di 400 detenuti esclusivamente AS( alta sicurezza)  e collaboratori  di  giustizia ( in sostanza una vera e propria  bomba ad orologeria considerate le peculiarità  di avere una natura completamente  contrapposta ed il che in un carcere è  tutto dire).
In occasione dell'ultima decretazione organica, avvenuta a dicembre 2017 , Sulmona ha visto solo lievemente aumentare il suo numero di base (267 appunto) ma sempre lontano  anni luce da quella che riteniamo essere sempre l'unica riconoscibile  vale a dire quella che prevede 310 persone in pianta stabile anche se al netto di quella che invece andrà  a riguardare il nuovo assetto carcerario derivante dell'inaugurazione  del costruendo  nuovo padiglione e che,com'è  risaputo, porterà  oltre a nuovi posti di servizio anche il potenziale arrivo di ulteriori  200 detenuti sempre ad alta sicurezza.
Visto quanto sopra non si può  non denunciare una situazione esplosiva e prossima a deflagrare  se presto non saranno apportati correttivi.
Da quello che è  dato vedere, ahimè, più  che migliorare la situazione  è  destinata a peggiorare visto che a colleghi che saranno trasferiti altrove subentreranno  diverse donne il che non collima assolutamente con le richieste e necessarie forze maschili uniche, in un carcere che ospita esclusivamente  detenuti  maschi, a poter far rifiatare chi, non solo non c'è la fa più  a sostenere ritmi fatti non di 6 ore di lavoro come prevede il contratto bensì 8 e spesso 12 ore di logoranti e stressanti turni di servizio ma si ritrova a fare i conti con un'età  avanzata e cumuli di deficienza  psico fisiche sulle spalle.
Il Comune ed il Prefetto bene farebbero ad appoggiare  la vertenza e per due chiari motivi:
-Assicurare la sicurezza, se non agli operatori  penitenziari( a questo ci dovrebbe pensare il ministero  di appartenenza), ai cittadini;
-aumentare la demografia e l'indotto che ne deriverebbe qualora 60 (frutto dell'eventuale  riconoscimento  della volontà delle organizzazioni  sindacali in tema di effettiva pianta organica) nuove famiglie venissero ad appoggiarsi in Valle Peligna rilanciando positivamente  un trend estremamente  deficitario in tal senso".

Mauro Nardella
Segretario confederale Uil CST Adriatica Gran Sasso.

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