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mercoledì 30 agosto 2017

"INCENDI ED INTERESSI PRIVATI. MEZZI E UOMINI DEVONO TORNARE AD ESSERE PUBBLICI"

Pettinari: “Il Presidente chieda che il Governo vari lo Stato di Emergenza per l’Abruzzo, poi si dimetta e vada a casa”
PESCARA - In questi giorni ho visto la mia terra bruciare. L’ho vista bruciare tra l’inettitudine e l’indifferenza. Tra il qualunquismo e la propaganda. L’ho vista spegnersi nelle fiamme che la stanno distruggendo. Molti cittadini mi hanno fermato per strada chiedendomi notizie e, guardandomi con sguardi preoccupati, mi hanno chiesto cosa accadrà domani. Domani sarà peggio di oggi, se non affronteremo con coraggio un sistema che ci ha condotto giù fin qui. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare strada e di guardare avanti. Fino a quando ci sarà anche un solo privato (società, ditta, cooperativa, ecc.) che dagli incendi guadagnerà, il problema non si risolverà.
E’ impensabile dare l’opportunità di arricchirsi sugli incendi: strutture, mezzi e uomini per gli interventi di soccorso e spegnimento devono essere pubblici. E’ questa la legge che un Paese serio dovrebbe varare immediatamente. Se in uno Stato, con più di tre quarti della superficie territoriale occupata da montagne (35,2%) e da colline (41,6%), il Corpo forestale viene soppresso e dislocato in vari corpi, sminuendo ed eliminando la prima forza statale per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi, qualcosa non torna. E a chi pensa che parlare di politica sugli incendi è sbagliato, voglio ricordare che la soppressione del Corpo forestale è stata una scelta politica! Acquistare F35 piuttosto che Canadair è una scelta politica! Perché è nelle stanze dei palazzi che si continua a decidere del nostro futuro.

L’Abruzzo è tenuto in ostaggio. Imbrigliato da catene di inefficienza che non vogliono lasciar volare una regione straordinaria che da sola basterebbe al suo fabbisogno. Se, passata l’emergenza, torneremo a disinteressarci del nostro territorio, se tanto le nostre scelte saranno sempre dettate dalla tutela del orticello e non dal bene comune, allora vuol dire che ci va bene tutto questo. Ci va bene essere sommersi ed uccisi dalla neve in inverno ed essere bruciati dalle fiamme in estate. Oggi più che mai abbiamo bisogno di capire che l’unica parola da ripetersi è basta. BASTA!

 Il Presidente parla sulla stampa come se fosse in un qualunque bar del centro. Parla di Canadair dalla Francia, e nel farlo ringrazia il Governo, lo stesso Governo che ha scelto di acquistare F35 invece di Canadair. Inoltre nella sua analisi, D’Alfonso, dimentica di sottolineare che la Regione Abruzzo è in forte ritardo nel varare il piano antincendio boschivo (L. 353/2000) di tutte le sue aree protette: infatti, ad oggi, solo il Piano AIB 2017 redatto dal Parco Nazionale d’Abruzzo risulta uno strumento credibile e approfondito. Al contrario, quello del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga denuncia nero su bianco la totale mancanza di fondi per la prevenzione e la lotta attiva contro gli incendi, con i capitoli letteralmente lasciati a zero euro, e l’AIB del Parco della Majella e di altre aree abruzzesi, teoricamente "protette", non risultano ancora pubblicati. In questi giorni abbiamo dovuto invece apprendere dallo stesso Sottosegretario con delega alla Protezione Civile Mazzocca che la Regione Abruzzo, agli inizi di questo agosto, ha già dovuto stanziare per l’emergenza circa 700 mila euro, impegnandosi a trovarne altri 370 mila, quando si è ormai consumato il disastro di oltre 1000 ettari di terreno andati in fumo, senza conteggiare gli ulteriori devastanti fronti di incendio scoppiati dopo il 7 agosto e che hanno colpito il Gran Sasso, la Majella e il Morrone. Il Presidente faccia un ultimo atto prima di dimettersi ed andare a casa, chieda che per l’Abruzzo il Governo vari lo stato di emergenza, perché stiamo bruciando la nostra storia e la nostra terra. Nel corso di quest’estate i ritardi delle Regioni e degli Enti Locali sono stati più volte denunciati anche dal rapporto di Legambiente che, al 10 agosto, registrava già 101.000 ettari bruciati dell'intero patrimonio boschivo italiano, vedendo più che raddoppiato quanto andato in fumo in tutto il 2016. Ecco perché, pur tenendo conto dell'eccezionale ondata di caldo, davanti alla quasi totale disattenzione e alla cronica mancanza di fondi per la prevenzione da parte della Regione e al fiume di denaro che si spende poi, purtroppo spesso inutilmente, per l’emergenza, nasce il sospetto che anche in Abruzzo siano cominciati a nascere episodi fino ad ora registrati in altre Regioni, dove il sostanziale disinteresse degli enti locali nella prevenzione fa da spola ai troppi interessi privati collegati alla gestione delle emergenze.


Domenico Pettinari

consigliere regionale M5S