SULMONA - A rischio la Settimana Santa sulmonese. Se da una parte c’è un’associazione di liberi cittadini che vuole il ripristino delle tradizioni intorno alla Processione del Venerdì Santo dall’altra, ci sono, gli i coristi che minacciano di non partecipare alla manifestazione. Una delle più antiche della Città di Sulmona.
Da anni, ormai, si assiste al muro contro muro per delle decisioni di modifica sullo storico rito peligno. In primis il cambiamento del percorso, l’uso dei megafoni e lo spezzettamento davanti al Palazzo della Santissima Annunziata. Ma oggi a far discutere in maniera piuttosto accesa è lo “struscio”, il tradizionale passo cadenzato, usato dai partecipanti all’evento in segno di lutto. “Non vogliamo polemizzare intorno all’evento – ha precisato il fautore della petizione, Luciano Angelone – ma siamo dell’avviso che la nostra Processione debba riacquisire il suo carattere tipico e la sua massima identità. La nostra è un’iniziativa di liberi cittadini legati profondamente alle manifestazioni pasquali. Attraverso questa petizione abbiamo già raccolto tremila firme alle quali si sommano quelle di Facebook, arrivate questa mattina a 900. Questo fine settimana, inoltre, organizzeremo una raccolta firme con i banchetti tradizionali”.
La Processione del Cristo Morto, come tutta la Settimana Santa, ha un grosso valore per i sulmonesi e non solo. Essa rivive la “Congrega dei nobili del 1750”, data di inizio dell’evento in Città. “Abbiamo la necessità di capire – continuano i membri del comitato – e vorremmo che tutto tornasse agli antichi fasti. Questa è una Processione, orgoglio della regione Abruzzo, che si affianca per bellezza a quella degli “Incapucciati” di Chieti. Qualcuno deve pur dirci – concludono – perché dobbiamo apportare delle modifiche ad una manifestazione storica che ha contribuito alla storia della nostra Città”. A preoccupare, però, in particolar modo è la presa di posizione dei cantori. Quelli, che negli ultimi anni si sono sentiti messi da parte. Sembra proprio, almeno a sentire qualcuno di loro, che non ci sono più le condizioni per poter andare avanti. Anche il loro ruolo è stato ridimensionato, dalle prove ai canti. Tutto è diventato diverso. E i cittadini questo lo sanno benissimo. Nella nostra città si può toccare tutto ma guai a toccare gli eventi pasquali.
Barbara Delle Monache
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