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venerdì 30 ottobre 2015

SNAM, IL CONSIGLIO COMUNALE VOTA CONTRO REALIZZAZIONE DELL'OPERA.APPROVATA DELIBERA PRESENTATA DALL'OPPOSIZIONE

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SULMONA - Un secco no a qualsiasi provvedimento che possa rimettere in discussione la negazione dell’intesa sia per la centrale che per il metanodotto. E’ quanto prevede l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Sulmona che conferma la contrarietà anche nel caso della centrale alimentata elettricamente. L’assise civica sulmonese chiede pertanto alla Regione di non ritirare il diniego all’opera. Il capogruppo di Forza Italia Luigi La Civita sottolinea che l’ordine del giorno approvato all’unanimità è il frutto del documento presentato dalla minoranza (Di Benedetto, La Civita e Lucci) senza richiesta di emendamenti da parte dei partiti di maggioranza, Pd compreso.
“Non facciamo che questa delibera rimanga un semplice documento ma rendiamola come strumento utile per far muovere la politica”. Ha affermato Mimmo Di Benedetto di Sulmona Democratica. La finalità dell’ordine del giorno inviato alla Regione, alla presidenza del Consiglio dei Ministri ed ai Ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e dei Beni e le Attività Culturali è proprio quella di chiedere all’istituzione regionale di mettere in atto con determinazione ogni iniziativa, sia a livello istituzionale che politico, per far sì che il Governo nazionale ottemperi a quanto deciso dalla commissione ambiente della Camera dei Deputati con la risoluzione dell’ottobre 2011 ed istituisca il tavolo tecnico previsto dalla risoluzione stessa (già ripetutamente richiesto dalla Regione) per disporre la modifica del tracciato al di fuori della dorsale appenninica. Soddisfatto il sindaco Peppino Ranalli: “Oggi abbiamo fatto chiarezza sulla questione ed espresso la volontà di andare avanti uniti. Chiedo a tutte le forze politiche di lavorare insieme affinché la Regione ed il Governo possano assumere le determinazioni necessarie”. Alla seduta hanno assistito la senatrice Paola Pelino ed i Comitati cittadini per l’ambiente.



ORDINE DEL GIORNO si centrale di compressione Snam e Metanodotto Sulmona-Foligno presentato da:

DI BENEDETTO Mimmo
LA CIVITA Luigi
LUCCI Alessandro


IL CONSIGLIO COMUNALE
                                                                 PREMESSO CHE

La società Snam Rete Gas S.p.A. intende realizzare un grande metanodotto di 690 km, denominato "Rete Adriatica" che, partendo da Massafra (TA), attraverserebbe 10 Regioni per giungere fino a Minerbio (BO):

Parte integrante del progetto è  una centrale di compressione e spinta, della potenza di 33 MW, la cui costruzione è prevista a Sulmona, in località Case Pente;

Inizialmente l'opera avrebbe dovuto svilupparsi lungo la fascia costiera (di qui la sua denominazione) ma è stata successivamente dirottata lungo la dorsale appenninica senza che siano mai state fornite dalla società proponente convincenti e documentate motivazioni;

Contro detta opera, così come progettata, si sono espressi, oltre a numerose componenti della società civile (comitati di cittadini, associazioni, organizzazioni di categoria) anche molti enti istituzionali quali Comuni, Province, Regioni e lo stesso Parlamento italiano;

Il dissenso rispetto alla suddetta opera, da parte del Comune di Sulmona, è stato espresso attraverso sette deliberazioni del Consiglio Comunale (n. 7/c del 23.02.09; n.44/c del 16.07.09; n.5/c dell'1.03.10; n.81/c del 13.12.10; n.20/c del 16.03.12; n. 84/c del 29.06.12; n.2/c del 15.01.15);

                                                
                                                        CONSTATATO CHE

Attraverso le deliberazioni sopra richiamate il Comune di Sulmona ha espresso la propria contrarietà all'opera per le ragioni che di seguito si riassumono:


-  PER LA CENTRALE DI COMPRESSIONE E SPINTA : non compatibilità urbanistica dell'opera rispetto alla pianificazione territoriale in quanto l'area interessata dalla realizzazione della centrale ricade in Zona Agricola Normale (art. 3.44 N.T.A.), Zona Agricola di rispetto idrogeologico (Art.3.44 N.T.A.), Zona di rispetto stradale (Art. 3.08 N.T.A.) e Zona di rispetto cimiteriale (Art. 3.55 N.T.A.) del vigente P.R.G.; notevoli rischi per l'incolumità dei cittadini a causa della elevata sismicità dell'area; rischi molto elevati per il cimitero data la vicinanza delle 4 linee di collegamento alla centrale (del diametro di 1 metro e 20 ciascuna) e impossibilità dello stesso cimitero di espandersi per il futuro; pesante impatto ambientale e paesaggistico dell'opera in un' area che è una delle porte di accesso al Parco nazionale della Majella; pesanti effetti negativi  sulla salute a causa dell'inquinamento atmosferico, visivo e acustico  prodotto dalla centrale; contrasto con l'assetto idrogeologico e con il rilevante interesse archeologico dell'area; notevoli danni alla economia locale, in particolare all'agricoltura e al turismo;

- PER IL METANODOTTO : non compatibilità urbanistica dell'opera rispetto alla pianificazione del territorio; rischio molto elevato, con conseguenze disastrose per l'intero territorio e per la salute umana, a causa di eventuali incidenti quali esplosioni, connesse alla pericolosità del prodotto trasportato o a causa del possibile verificarsi di eventi sismici; pesanti limitazioni all'attività agricola, caratterizzata da coltivazioni di pregio (aglio rosso, frutteti, vigneti, uliveti); pregiudizio al valore ambientale, paesaggistico, archeologico e idrogeologico delle aree attraversate dal metanodotto; danni consistenti alle opere di irrigazione e di miglioramento fondiario (opere del Consorzio di Bonifica e opere di canalizzazione realizzate dai Celestini molti secoli fa); sensibile deprezzamento del valore immobiliare dei terreni e svalutazione del patrimonio immobiliare presente nelle vicinanze dell'infrastruttura;

La Provincia dell'Aquila ha espresso la propria posizione non favorevole all'opera attraverso 4 deliberazioni del Consiglio Provinciale;

La Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha approvato, con voti unanimi, il 26.10.11, una risoluzione con la quale si giudica "irragionevole la decisione di procedere attraverso una serie di valutazioni di impatto ambientale (VIA) parziali e minimali", messe in atto al fine di "evitare la valutazione ambientale strategica e la valutazione ambientale unica, in palese violazione   delle disposizioni comunitarie e nazionali che impongono la valutazione complessiva degli interventi proposti come interpretato dalla giurisprudenza comunitaria e da quella amministrativa nazionale"; la Commissione sottolinea inoltre che " le ragioni del passaggio sull'asse appenninico sembrano essere dettate solo da interessi economici della società" e che " la grande opera porterà guadagni alla Snam e profitti ai privati" mentre " i costi ambientali ed economici delle ambizioni della Snam le sosterranno le comunità dell'Appennino". La Commissione, pertanto, "impegna il Governo ad assumere le iniziative di competenza, anche dopo un necessario approfondimento attraverso un tavolo tecnico, ed in accordo con le amministrazioni interessate, per disporre la modifica del tracciato ed escludere la fascia appenninica, al fine di evitare, sia gli alti costi ambientali che deriverebbero, sia l'elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico che metterebbe a dura prova la vulnerabilità del metanodotto";

La Regione Abruzzo ha espresso la propria contrarietà attraverso 4 risoluzioni votate alla unanimità dal Consiglio Regionale, 3 leggi anch'esse votate alla unanimità dal Consiglio, e 5 delibere con cui la Giunta Regionale ha negato l'intesa sull'opera (metanodotto e centrale di compressione).
Il Consiglio Regionale, con la risoluzione approvata il 22 luglio 2014 ha affermato che la procedura  "al fine di autorizzare la sola centrale di compressione di Sulmona è illegittima in quanto fa riferimento ad un'opera che , sul piano procedurale, è inesistente; l'intero iter autorizzativo, compresa la emanazione dei decreti di pubblica utilità e di compatibilità ambientale ha riguardato, infatti, un'opera unitaria comprendente metanodotto e centrale; pertanto è del tutto arbitraria la separazione del procedimento di autorizzazione in due distinte parti e in due distinti momenti"; il procedimento, inoltre, è " in evidente contrasto con quanto deciso dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati in quanto non è mai stato istituito il tavolo di confronto tra i soggetti interessati al fine di individuare le alternative di tracciato rispetto al progetto presentato dalla Snam";

La Giunta Regionale d'Abruzzo ha espresso ripetutamente la propria contrarietà evidenziando sia le anomalie procedurali che il contrasto con i vincoli urbanistici, il rischio sismico, l'impatto ambientale, la normativa regionale sulla qualità dell'aria, i rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini, il valore paesaggistico, storico e culturale delle aree attraversate, i danni all'economia locale;

In particolare il 29.07.14 la Giunta Regionale adottava la delibera n. 500 con la quale negava l'intesa in merito alla "centrale di compressione gas di Sulmona e delle quattro linee di collegamento alla Rete Snam esistente"; e si dava mandato al Presidente della Giunta Regionale e all'Assessore all'Ambiente di richiedere  "l'istituzione di un tavolo tra i soggetti interessati finalizzato alla individuazione di un tracciato alternativo al di fuori della dorsale appenninica, per il metanodotto e la centrale di compressione";

Il 12.09.14 si teneva presso il Ministero dello Sviluppo Economico un incontro tra Ministero, Snam, Regione ed Enti Locali, nel quale la questione delle alternative di tracciato veniva affrontata in modo molto superficiale;

 IL 23.09.14 la Giunta Regionale adottava la delibera n. 597 con cui, nel ribadire la propria contrarietà, chiedeva la sconvocazione della Conferenza di Servizi sulla centrale di compressione e la prosecuzione delle attività concertative per mezzo di un tavolo    istituzionale tra i soggetti interessati;

 Il 1.10.14 si teneva presso il Ministero dello Sviluppo Economico un secondo incontro tra Ministero, Snam, Regioni ed Enti Locali ma tale incontro veniva bruscamente interrotto;

Il 7.10.14 la Giunta Regionale adottava la delibera n. 623 con la quale si prendeva atto che i lavori del tavolo del 1° ottobre si erano "interrotti senza la individuazione di un tracciato alternativo al di fuori della dorsale appenninica, per il metanodotto e la centrale di compressione" e si dava mandato al Presidente della Giunta Regionale e all'Assessore all'Ambiente di richiedere la sospensione della Conferenza di Servizi "per un periodo di tempo di 6 (sei) mesi, al fine di provvedere, a mezzo di un collegio tecnico da costituirsi d'intesa tra le Regioni e il Ministero, ad una nuova valutazione dell'opera e della eventuale alternativa che verrà formulata dalla Regione";

Il 20.02.15 la Giunta Regionale adottava la delibera n. 132 ed esprimeva il diniego all'intesa per l'opera denominata "Metanodotto Sulmona Foligno DN 1200 (48"); nella delibera si precisa che "concepire la realizzazione di un metanodotto e di una centrale di compressione in aree ad altissima sismicità significa esporre il territorio e le popolazioni residenti ad ulteriori gravi rischi"; nella medesima delibera la Giunta ribadiva "il proprio parere negativo sull'opera nella sua integralità, costituita dalla centrale di compressione Snam in Sulmona e dal metanodotto nel suo tracciato Sulmona (L'Aquila - Pescara) – Foligno”; richiamava la risoluzione della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati del 26.10.11 affermando che "alla decisione del massimo organo elettivo del nostro Paese non è mai stata data attuazione. Il Governo nazionale non ha disposto la modifica del tracciato nè è mai stato convocato un vero e proprio tavolo nazionale per la individuazione delle soluzioni alternative"; pertanto si dava mandato al Presidente e al Vice Presidente della Giunta Regionale, oltre che all'Assessore all'Ambiente, di chiedere l'istituzione di un collegio tecnico istituzionale da costituirsi d'intesa tra il Ministero, le Regioni e la Snam per provvedere "ad una nuova e più approfondita valutazione del tracciato e della eventuale proposta alternativa che verrà formulata dalle Regioni di concerto con i Comuni interessati";

Il 21.03.2015 la Giunta Regionale adottava la delibera n.227 con la quale confermava il dissenso sull'opera e chiedeva nuovamente la istituzione di un collegio tecnico costituito d'intesa tra il Ministero e la Regione Abruzzo per una nuova valutazione dell'opera e della proposta alternativa della Regione.

                                                               PRESO ATTO

Che la procedura autorizzativa inerente la centrale di compressione e spinta da ubicarsi a Sulmona in località Case Pente, dopo la chiusura della Conferenza di Servizi, è proseguita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM);

Che negli incontri tenutisi presso la PCM del 24 settembre e del 5 ottobre 2015 è stata avanzata dalla Snam la possibilità che la centrale di compressione possa essere realizzata attraverso una diversa modalità, ovvero con elettrocompressori anziché turbocompressori;

Che in Italia, allo stato attuale, non esitono centrali di questo tipo né la Snam ha presentato un progetto del quale possano essere valutate le caratteristiche e conseguentemente gli impatti sul territorio;

Che, anche qualora dovesse essere ridotto o eliminato l’inquinamento atmosferico (da valutare l'inquinamento elettromagnetico conseguente alla costruzione dell'elettrodotto di servizio) resterebbero intatti tutti gli altri impatti negativi evidenziati dal Comune di Sulmona, dalla Provincia dell'Aquila, dalla Regione Abruzzo e dal Parlamento;

Che dare l'assenso alla centrale, sia pure a propulsione elettrica, significa automaticamente dare l'assenso anche al metanodotto, del quale la centrale è a supporto;

Che la richiesta del Tavolo tecnico, previsto dalla risoluzione della commissione ambiente della Camera dei Deputati, per una nuova valutazione dell'opera e per l'esame delle alternative, ripetutamente avanzata dalla Regione Abruzzo, è rimasta finora disattesa;

                                                                 CONFERMA

Per le motivazioni contenute nelle sette deliberazioni adottate finora, la propria contrarietà all'opera unitariamente intesa (metanodotto e centrale di compressione), anche nel caso in cui fosse previsto, per la centrale, un sistema di propulsione diverso dalla turbocompressione;

                                                        CHIEDE ALLA REGIONE

- Di mantenere ferma la propria posizione di contrarietà all'opera, astenendosi dall'adottare qualsiasi provvedimento che possa rimettere in discussione la negazione dell'intesa, sia per la centrale di compressione che per il metanodotto;

- Di mettere in atto con determinazione ogni iniziativa, sia a livello istituzionale che politico, per far sì che il Governo nazionale ottemperi a quanto deciso dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati con la risoluzione del 26.10.11 e finalmente istituisca il Tavolo Tecnico previsto dalla risoluzione stessa per disporre la modifica del tracciato al difuori della dorsale appenninica, Tavolo la cui attivazione è stata ripetutamente richiesta dalla Regione Abruzzo;
- Che il presente ordine del giorno venga inviato alla Regione Abruzzo, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero dell’Ambiente e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali.