SULMONA - Il 3 giugno del 1979 si verificò la tragedia di Sulmona con la morte di quattro tifosi dell’Aquila calcio. Maurizio Climastone, Paolo Centi, Carlo Dionisi e Carlo Risdonne erano a bordo del pullman che, in viaggio verso Cassino per lo spareggio dei rossoblù contro l’Avigliano per l’accesso in C1, attraversò gli archi dell’acquedotto medioevale per accedere in piazza Garibaldi. I quattro non si resero conto della gravità e, affacciati ai finestrini, restarono schiacciati tra il pullman e l’arco. A distanza di 36 anni da quel tragico evento i tifosi continuano a tenere viva la memoria. Su iniziativa degli Ultras del Sulmona ieri si è svolta una cerimonia alla lapide situata in Largo Faraglia.
Sono intervenuti anche i rappresentanti dei Supporters’ Trust che, attraverso l’associazione L’AQUILA ME’, si prefiggono lo scopo di creare momenti di aggregazione.
Quello con gli Ultras biancorossi va oltre i colori perché come recita uno striscione esposto: “D’amore non si muore”. Ai piedi della lapide è stato posto un mazzo di fiori affinché tutti possano fermarsi per partecipare alla commemorazione e per non dimenticare. “Quella tragedia – ha affermato il presidente de L’AQUILA ME’ Supporters’ Trust Marco Mancini – colpì non solo L’Aquila calcio ma la città intera per la morte avvenuta in quel modo di quei ragazzi. Dopo molti anni il ricordo è ancora vivo nella memoria di tutti. Siamo venuti qui insieme ad una rappresentanza della tifoseria sulmonese per commemorare tutti insieme nel nome dei valori dello sport”. L’associazione L’AQUILA ME’ si pone la finalità di garantire la partecipazione dei tifosi dell’Aquila calcio nella gestione della società anche attraverso l’acquisto delle quote del capitale sociale. “Si tratta – annuncia Mancini – di un obiettivo da raggiungere nei prossimi mesi. Oltre alla passione per L’Aquila calcio puntiamo a promuovere eventi gioiosi ed anche purtroppo luttuosi come la tragedia di Sulmona”.