SULMONA - Consueto appuntamento con la conviviale del Panathlon Club di Sulmona.Ieri la serata è stata dedicata all’Alpinismo, con ospiti: Antonio Tansella, Giulio Giampietro e Geppino Madrigale già protagonisti di “HIMALAYA 86 - ABRUZZO PEAK” e Italo Fasciani recentemente rientrato dalla spedizione sulla vetta himalayana del CHO OYU, una delle 14 vette al mondo a superare la quota “8000” metri.Oltre alla storia ed ai racconti delle varie spedizioni, l’incontro è stato un'utile occasione di confronto tra gli atleti che ha consentito di apprendere quali siano stati, nel corso di quasi un trentennio,
gli sviluppi delle tecniche di arrampicata e dei materiali a disposizione degli alpinisti. Inoltre la particolare specializzazione professionale degli ospiti ha consentito di affrontare le tematiche medico-scientifiche della preparazione fisica all’alpinismo.
Italo Fasciani |
''Il mondo lassù è rotondo, t'accorgi proprio che è una sfera''. E' tra i ricordi di quegli attimi a 8,200 m. sul Cho Oyu in Himalaya, gli 'ottomila' conquistati dal sulmonese Italo Fasciani lo scorso 2 ottobre.Tra i ricordi dell'alpinista peligno, nella vita è veterinario, c'è la foto ricordo con la bandierina dei suoi veri 'sponsor': ''Mia miglia Patrizia e mio figlio Antonello''."Si fa grandissima fatica a camminare perchè le temperature raggiungono anche i - 30° e l'ossigeno scarseggia.A ottomila metri c'è piu' o meno un terzo dell'ossigeno presente a livello del mare. Ma bisogna portarsi su ed è quella la difficoltà maggiore"ha spiegato Fasciani, che nella sua impresa- ha voluto precisare - non ha usato le bombole di ossigeno per la respirazione.L'alpinista sulmonese ha ricordato che alcuni colleghi della sua spedizione, hanno avuto seri problemi di congelamento agli arti e in particolar modo alle mani ed alcuni attualmente rischiano l'amputazione delle falangi.