E’ rottura tra quattro delle cinque associazioni dei Giudici di Pace. A segnarla l’astensione dalle udienze fissata da una delle cinque associazioni presenti sul territorio nazionale che stando alle prime
indicazioni, provenienti dai vari distretti d’Italia, avrà una percentuale molto bassa. Una risultanza che arriva, anche, dal fatto che si sta tentando disperatamente, di coinvolgere i colleghi più anziani, ignorando che questi ultimi, in ogni caso, cesseranno le funzioni usufruendo della proroga attualmente in vigore. “Pervicacemente l’Unione continua a capire la buona fede dei colleghi – sottolinea il presidente dell’A.N.G.d.P, Gabriele Di Girolamo
– travisando, però, le risultanze del confronto con il ministro che ha smentito qualsiasi disegno di legge pubblicato su siti che non siano del ministero. Inoltre, la relazione tecnica indicata nel sito ministeriale al petalo 2 costituisce l'oggetto dell'accordo preso già dagli incontri della primavera scorsa e ribaditi nell'incontro del 12 settembre scorso”. Oggi, per l’A.N.G.d.P. si sta “battagliando” contro il nulla. Visto che solo la miopia derivante da un integralismo cronico che non ammette alcun tipo di interlocuzione, rischia
di portare la magistratura di pace indietro di anni. “Sono dell’avviso che per superare le barriere sulla giustizia – ha concluso Di Girolamo – si debba riprendere al più presto un tavolo ministeriale finalizzato finalmente ad un serio e costruttivo confronto tendente ad una rapida approvazione della riforma della magistratura di pace con il contributo fattivo della stessa”.
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