SULMONA - Comuni, rappresentanti sindacali e Tribunale per i diritti del malato uniti per la predisposizione di una piattaforma del territorio sulla sanità da inviare al direttore generale della Asl Giancarlo Silveri ed al presidente della Regione Gianni Chiodi. Nei giorni scorsi amministratori e parti sociali si sono riuniti a Palazzo San Francesco con il sindaco di Sulmona Peppino Ranalli per mettere nero su bianco. Le priorità sono state indicate sul punto nascite, pronto soccorso, laboratorio analisi e lungodegenza.
Quattro emergenze ma a rendersi urgenti sono anche altre questioni come il Cup ed i vari reparti dell’ospedale di Sulmona, alcuni con personale carente ed altri con attrezzature insufficienti oppure ubicati in spazi non idonei. “Nel corso degli anni – si legge nel documento – sono stati individuati i problemi più urgenti che, seppur segnalati, non hanno avuto completa risposta. Ad oggi la situazione permane immutata, anzi, aggravata da un’ulteriore peggioramento”. Tra le criticità
emerse c’è l’urgente necessità di risollevare la situazione del punto nascite che, come evidenziato dallo stesso manager Silveri, è di nuovo a rischio chiusura a causa dei parti che sono scesi notevolmente sotto la soglia dei 500. In un anno si registrano 320 nascite, cioè 108 in meno. Per quanto riguarda il pronto soccorso, la struttura deve essere ampliata occupando i locali che ora ospitano gli uffici della direzione sanitaria che dovrà essere trasferita in altra sede sempre all’interno del presidio ospedaliero. In questo modo si potrebbe liberare uno spazio per istituire quattro posti letto di osservazione breve. Formulata anche la proposta di creare due accessi separati e distinti al pronto soccorso, uno in entrata e l’altro in uscita. Una riorganizzazione in generale viene richiesta anche per il laboratorio analisi. Altra emergenza irrisolta da troppo tempo
riguarda i diciotto posti di lungodegenza che non vengono ancora attivati. Nella relazione viene inoltre evidenziata la situazione occupazionale nell’ospedale del capoluogo peligno. Si registra il 56,1% di unità operative. Il dato è peggiorato rispetto al 2011 quando il tasso di occupazione arrivava al 59,3%. Da qui la necessità di affrontare insieme le questioni da sottoporre all’attenzione di Asl e Regione con l’obiettivo di dare attuazione alle proposte per realizzarle in tempi brevi attraverso un cronoprogramma dettagliato.
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