SULMONA - Si è svolto presso l'Auditorium dell'agenzia di promozione
culturale in piazza Venezuela a Sulmona il convegno organizzato dalla
sezione di Sulmona e Valle Peligna
dell'Ass. Naz. Brigata Maiella, "I
patrioti della Brigata Maiella e i partigiani, analogie e
diversità".Presenti quattro
reduci della Brigata Maiella, Gilberto Malvestuto, Raffaele Di Pietro,
Ubaldo Grossi e Ennio Pantaleo, l'ex partigiano Giuseppe Di Iorio e i relatori il professor
Marco Patricelli, e Silvio Cappelli che nel corso del convegno ha
presentato il libro di Patricelli
"Patrioti, Storia della Brigata Maiella
alleata degli alleati".
" Erano italiani ma indossavano l'uniforme
inglese, erano soldati con regolare tesserino militare, ma non
prendevano ordini dagli ufficiali del Regio Esercito e portavano il
tricolore sul bavero invece delle stellette, erano resistenti, ma
operavano di fronte al
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Marco Patricelli |
nemico e non dietro le linee, erano tutti
volontari e potevamo andarsene in qualsiasi momento, ma nessuno lo fece
mai".I Patrioti e i Partigiani sono due cose diverse tecnicamente,
storicamente e documentalmente"ha spiegato l'autore del libro il giornalista Patricelli.
"La Brigata Maiella
non era una unità partigiana, anche se a qualcuno fa comodo considerarla
cosi.Era un'unità di patrioti perché aveva fatto dell'apartitismo la
propria bandiera, ma soprattutto perché non combatteva una guerra
partigiana.Era parte organica prima del 5° corpo d'armata britannico e
poi del 2° corpo d'armata polacco"ha ricordato Patricelli."Erano
militari senza stellette e partigiani senza partito"ha aggiunto."Avevano
il tesserino militare italiano ma non prendevano ordini dal regio
esercito, perché, essendo tutti repubblicani, non avevano prestato
giuramento di fedeltà ai Savoia

che ritenevano i
responsabili dei disastri in cui era stata precipitata l'Italia con il
fascismo.La storia di questi partigiani dovrebbe inorgoglire come
abruzzesi e come italiani, perché in un periodo in cui nessuno era
capace di fare le scelte giuste, loro la fecero e pagarono con il sangue
quello sforzo di riconquistare sul campo la libertà invece di aspettare
che altri la regalassero, libertà che non ha lo stesso valore".Il libro di Patricelli vuole lasciare un messaggio alle generazioni future."Nella storia noi
abbiamo le nostre radici e la chiave di spiegazione del nostro presente e
probabilmente anche le indicazioni del futuro, ma ce ne dimentichiamo
troppo spesso"ha sottolineato Patricelli.
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un momento di raccoglimento per ricordare i reduci scomparsi della Brigata Maiella |