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via Angeloni |
SULMONA - Turisti alle prese con i topi in centro storico a Sulmona. Alzano la voce dei residenti che, stanchi di dover fronteggiare l'emergenza, continuano a chiedere al Comune un intervento di derattizzazione. L'ultimo episodio, da amara commedia teatrale, si è verificato ieri in via Angeloni, dove si è aperta tra i villeggianti la "caccia grossa" al ratto di turno, preoccupandosi anche di rintracciare chi di dover per la rimozione della carcassa dell'animaletto rimasto senza vita sull'asfalto. Ricerca, però, senza esito. La sera, accanto al povero topo, qualcuno ha ironicamente pensato di apporre dei fiori in un birillo come vaso a mo' di corona funebre.
Riceviamo e pubblichiamo l'ironica cronaca della giornata
a firma di una residente del posto, Anna Chiara Bezzu.
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via Angeloni |
"Nella domenica rovente post ferragostana, può capitare anche di assistere ad un safari, in via Angeloni a colpi di ramazza. E’ chiaro, che non si parla di leoni o tigri, ma di ratti, pantegane o, come esclamava il residente che ha avvistato il transfuga del sottosuolo, “del zoccolone”, termine tanto caro a noi sulmonesi. Si dirà: di notte sarà salito per guardar le stelle, parafrasando un aforisma di Oscar Wilde, e invece la bestiola in questione si è avventurata sugli infuocati sampietrini in piena mattinata, emula dell’allargata parentela che ormai scorazza indisturbata e divertita in pieno giorno e a tutte le ore. La sventurata (il genere si riferisce al soggetto-bestiola, non al sesso, perché quello potrebbe essere dedotto dai vari filmati girati con quelle diavolerie tecnologiche dei turisti che assistevano alla caccia grossa), forse più lenta nel seguire le sorelle e fratelli o forse solo abbagliata dalla luce, dopo una vita, non si sa quanto lunga, passata nei dedali fognari, si è attardata a passeggiare nel mezzo della strada. E lì è stata avvistata, e ha avuto la sfortuna di incontrare un solerte turista, innamorato della nostra cittadina, che trascorre dei brevi periodi di “buen retiro”proprio in quella via.
Poiché non si può più fare affidamento sui gatti, ormai in costante vigliacca ritirata davanti alle grandi dimensioni e alla protervia delle bestiole in questione, il solerte turista ha pensato bene di armarsi di ramazza e di fare il “lavoro sporco” che probabilmente, in anticipo alla calda estate e conseguentemente alla siccità, doveva essere programmato ed eseguito da chi di competenza. V
a da sé che lo strepitìo dell’avvistamento e i colpi secchi della ramazza hanno scompaginato la calma afosa della mattinata domenicale e attirato l’attenzione di altri “forestieri” di passaggio dalla gita tra le bancarelle della fiera ospitata sul parallelo Corso Ovidio, i quali, ahimè, forse con divertito ribrezzo, hanno ripreso la scena avventurosa, portando con loro le immagini di questo ulteriore souvenir.
I problemi, però, non finiscono qui: dopo la caccia grossa, chi ha il compito di rimuovere il ratto morto? Come in tutte le commedie dell’assurdo, c’è stato un rimpallo di responsabilità e allora, sempre il solerte turista ha pensato bene di segnalare il ratto soppresso a chi magari capitava di camminare nei pressi, avvicinando due coni di avvertimento, consapevole, ormai, che solo il giorno dopo il corpo sarebbe stato rimosso.
E forse, proprio
qualche passante ha pensato di salutare il ratto morto poiché ieri sera, vicino alla carcassa, forse per pietà, forse per sottolineare il paradosso della situazione, sono stati apposti dei fiori.
Qualsiasi chiosa all’episodio rischierebbe di diventare un facile commento di piazza, ma
qualche spiccioletto tolto dal budget della notte colorata per derattizzare la città, ormai lasciata a se stessa, forse farebbe ballare meno i topi visto che i gatti…..scappano".