Giuseppe Di Tommaso, foto Massaro |
Non una commemorazione, nè una solenne rievocazione accademica, ma l’incontro di sabato
pomeriggio, nell’affollatissima aula dell’Archivio di stato a Sulmona, è stato un
emozionante omaggio della città a Giuseppe “Pinuccio” Di Tommaso. “Il pesatore
del tempo”, colui che
non voleva che la sua Sulmona fosse rovinata dal passare dei secoli, affidandone, quindi, la memoria all’immortalità delle pubblicazioni dalle chiare descrizioni e dalla disarmante bellezza delle fotografie che celebrano quella storia persa e ritrovata. Sapere affidato alla carta stampata. Ognuno lo ha voluto
ricordare a suo modo, chi attraverso l’arte della caricatura (foto) e del montaggio audiovisivo, chi con aneddoti di gioventù, alcuni affondando le mani con commozione nei personali ricordi, in virtù di antica amicizia, altri raccontando quanto amasse la sua città, tanto da regalarle il suo “archivio” . E ancora chi ha toccato gli anni trascorsi nella legatoria, citando quell’interesse di Pinuccio, ad esempio, per Celestino V tradotto in testi, come ha menzionato Giuseppe Papponetti, senza risparmiare confronti pungenti tra i personaggi della politica presenti nelle fotografie che continuavano a scorrere sul maxischermo e quelli dei tempi moderni. “Quando chiuse la legatoria Pinuccio cominciò un’altra vita quella tenuta in caldo dentro al cuore, quella tra le strade della città, tra gli abitanti, percorrendo vie e vicoli come un agrimensore con il passo lungo misurato alla montagna riportando ogni cosa alla dimensione di sé con l’obiettivo della reflex”.
non voleva che la sua Sulmona fosse rovinata dal passare dei secoli, affidandone, quindi, la memoria all’immortalità delle pubblicazioni dalle chiare descrizioni e dalla disarmante bellezza delle fotografie che celebrano quella storia persa e ritrovata. Sapere affidato alla carta stampata. Ognuno lo ha voluto
ricordare a suo modo, chi attraverso l’arte della caricatura (foto) e del montaggio audiovisivo, chi con aneddoti di gioventù, alcuni affondando le mani con commozione nei personali ricordi, in virtù di antica amicizia, altri raccontando quanto amasse la sua città, tanto da regalarle il suo “archivio” . E ancora chi ha toccato gli anni trascorsi nella legatoria, citando quell’interesse di Pinuccio, ad esempio, per Celestino V tradotto in testi, come ha menzionato Giuseppe Papponetti, senza risparmiare confronti pungenti tra i personaggi della politica presenti nelle fotografie che continuavano a scorrere sul maxischermo e quelli dei tempi moderni. “Quando chiuse la legatoria Pinuccio cominciò un’altra vita quella tenuta in caldo dentro al cuore, quella tra le strade della città, tra gli abitanti, percorrendo vie e vicoli come un agrimensore con il passo lungo misurato alla montagna riportando ogni cosa alla dimensione di sé con l’obiettivo della reflex”.
” ha detto Beatrice Ricottilli, tra gli
organizzatori dell’evento in collaborazione con l’Agenzia per la
promozione culturale e lo Studio tecnico Prograph, a cui
hanno partecipato in tanti.
“Aveva tante case Pino, ma più di tutte c’era l’Archivio
di Stato, forse la sua vera casa che lui ha frequentato per molti anni”. A fare gli onori di casa Rosa Giammarco, responsabile dell’Apc, ad alzare, invece, il sipario sulla manifestazione culturale e sulla mostra a lui dedicata, che resterà aperta per un mese, un viaggio nella sua vita, attraverso le tappe del suo lavoro, tra libri, amici, scorci in bianco e nero di strade e vicoli di Sulmona catturati in uno scatto con garbo e semplicità. E parallela fluisce la storia della città.

Giuseppe Di Tommaso, foto Massaro |