SULMONA – Sulla scia del Comune di Firenze che riabilitò Dante nel 2008 revocandone ufficialmente
l’esilio 700 anni dopo, così Sulmona intende allestire un processo per direttissima vero e
proprio a Ovidio (43 a.C
– 17), con tanto di giudici e avvocati, al fine di annullare quel decreto di
relegatio a Tomi (oggi Costanza) che firmò l’imperatore Augusto l’8 d.C. Su
iniziativa del Rotary Club del capoluogo peligno, nell'ambito della kermesse di Fabbricacultura, si celebrerà il prossimo 9
dicembre alle 18 nel cinema Pacifico di Sulmona il secondo processo a Ovidio, così
che il Consiglio comunale sulmonese inoltrerà all’assise civica di Roma, in
qualità di antico senato romano, la revoca della relegatio, con petizione popolare allegata (oltre 300 firme). Sarà redatto, infatti, un atto
celebrativo a palazzo
San Francesco e inserito come ordine del giorno, nella
seduta del Consiglio comunale di metà dicembre, come ha spiegato il presidente
Nicola Angelucci. La prima udienza risale a quasi mezzo secolo fa, quando il ruolo
dell’avvocato accusatore fu ricoperto dal professor Niolae Lasku
dell’Università di Cluy (Romania), mentre la difesa spettò al sulmonese
Francesco Arnaldi dell’Università Di Napoli. In quel caso non ci fu assoluzione
piena per il grande poeta latino a cui Sulmona diede i natali, per
insufficienza di prove. “Capro espiatorio per colpe non sue” titolava Il Tempo
del 1967. (foto) “Lo scopo, oggi, è, quello di mettere fine alla questione in modo da
liberare lo spirito di Ovidio" come ha commentato Carlo Bianchi, presidente del
Rotary club. “Due crimini mi hanno perduto, un carmen e un errore: di questo debbo
tacere quale è stata la colpa”. Scriveva così Ovidio nei Tristia. Esiste
un’intera bibliografia di critica letteraria incentrata sulle cause che
decretarono l’esilio in Romania del sommo poeta, in quanto diverse sono le
interpretazioni. Una “colpa politica” contro l’imperatore, un "carmen" senza
riferimento ad Augusto o un’illecita relazione con l’imperatrice Livia Drusilla
(cantata negli Amores con lo psudonimo di Corinna). Gli atti di questo processo
potranno, quindi, occupare un posto importante. L’evento sarà diviso in due
momenti. Il primo è dedicato a uno spettacolo teatrale in pieno periodo augusteo, con
l’attore Piero Begattini, il secondo vedrà di fronte al giudice, impersonato
dal coordinatore del Giudice di Pace Franco Cavallone, gli avvocati, Vittorio
Masci per la difesa e Giovanni Margiotta per l’accusa. Nella giuria popolare,
invece, Palma Crea, studiosa ed ex docente di latino e greco nel Liceo Classico
di Sulmona, il professor Giuseppe
Martocchia, Rosanna D’Aurelio, responsabile della Biblioteca comunale e
l’architetto Raffaele Giannantonio, insieme a una coppia di liceali sulmonesi
del Classico e Scientifico. G. Susi