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mercoledì 3 gennaio 2024

"LE IMPRESE E LE FAMIGLIE DEL BORSACCHIO SONO TORNATE AD ESSERE “NORMALI” CITTADINI DI ROSETO"

TERAMO - "Confagricoltura Abruzzo plaude all’iniziativa assunta dal Consiglio Regionale abruzzese che ha approvato il ridimensionamento del Riserva Naturale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi.È stato ristabilito il principio costituzionale del godimento della proprietà privata allo scopo di assicurare la funzione sociale dei terreni agricoli che possono essere coltivati nel rispetto della buona pratica agricola e dell’ambiente. Le riserve e le aree protette, il più delle volte, sono una surrettizia espropriazione senza indennizzo.Confagricoltura è una organizzazione di imprenditori, ed un’impresa, in qualunque settore operi, deve avere norme legislative chiare e attuabili dal punto di vista pratico. Nel caso della Riserva del Borsacchio queste norme, dopo quasi venti anni, non avevano ancora vista la luce e la riserva si trovava dal 2005 in regime di clausola di salvaguardia, il che significa assoluto immobilismo; qualsiasi operazione agronomica, qualsiasi miglioria aziendale, qualsiasi efficientamento della propria azienda poteva significare per l’impresa una denuncia e/o una multa. Millecento ettari di buono terreno agricolo erano di fatto abbandonati, in violazione dell’art 44 della Costituzione.

L’uomo, agricoltore, ha piantato olivi, viti, ha creato scoline e fossi, li ha manutenuti, ha lavorato i terreni, li ha seminati e dal loro raccolto ha trovato sostentamento per la propria famiglia oltre ad aver fatto beneficiare del proprio lavoro tutto l’indotto.

Non può essere pericoloso, dal punto di vista ambientale, potare un olivo, perché quella operazione agronomicamente ha lo scopo di allevare la pianta e permettergli di essere meno soggetta a malattie, a fruttificare meglio e ad avere una maggiore longevità.

Non può essere pericoloso dal punto di vista ambientale ripulire i fossi, tagliando canneti e asportando residui vegetali e terricoli, per evitare i gettonatissimi problemi idrogeologici che affliggono l’Italia.

Per gli imprenditori agricoli e per ogni persona di buon senso non può essere un pericolo, dal punto di vista ambientale, rendere efficiente e più sicura la propria impresa con l’edificazione o la ristrutturazione di manufatti esistenti per lo svolgimento della propria attività. Occorre sempre ricordare che l’imprenditore agricolo vive della sua terra, la rispetta e ne è il guardiano.

A quanto risulta, tutta la zona ha dei vincoli che impediscono l’edificazione selvaggia, anche se questa minaccia viene richiamata con molta maestria ma con poca conoscenza legislativa dai sacerdoti dell’ambientalismo metropolitano.

Invece ora, le imprese e le famiglie di quel territorio sono tornate ad essere “normali” cittadini di Roseto.

Condividiamo in pieno quello che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto il 12 dicembre 2023 all’Assemblea Nazione di Confagricoltura: “La Costituzione della Repubblica Italiana è l’unica del suo tempo a dedicare due articoli il 44 ed il 47 espressamente al settore primario, il primo indirizzato al conseguimento del razionale sfruttamento del suolo e ad equi rapporti sociali, il secondo a favorire l’accesso alla proprietà diretto coltivatrice in nome di un più alto interesse generale. Lo stesso Trattato costitutivo della comunità Europea ne ricalca i temi, indicando gli obbiettivi della PAC tesi ad incrementare la produttività agricola, assicurando lo sviluppo razionale della produzione ed un tenore di vita equo alla popolazione agricola, al fine di garantire la sicurezza agli approvvigionamenti e assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori”.

Per questo che da agricoltori non possiamo tollerare che 1.000 ettari di terreno possano essere abbandonati per i capricci di coloro che credono che la terra “non serve a sfamare i popoli ma a vivere l’illusione che la campagna sia una Arcadia, luogo per il tempo libero, per la memoria, che deve coltivare i valori estetici”. Come scriveva il compianto Prof. Franco Scaramuzzi Presidente dell’Accademia dei Georgofili ai tempi dell’EXPO’ di Milano".

 di

Bernardo Giosia Savini Bernardi

Presidente Confagricoltura Teramo

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