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lunedì 23 ottobre 2023

OSPEDALE DI PENNE, IL REPARTO DI MEDICINA È SEMPRE PIÙ AL COLLASSO: "DISATTESE LE PROMESSE DELLA GIUNTA MARSILIO. PRONTI A DENUNCIARE TUTTE LE CRITICITÀ ALLE AUTORITÀ DI CONTROLLO"


PENNE - "In questi cinque anni di consiliatura di centrodestra mi sono spesso recato in visita ispettiva all'ospedale di Penne, sollecitando la Regione Abruzzo a potenziare il personale dell'UOC di Medicina del San Massimo con un numero di professionisti sufficiente a garantire l'adeguato funzionamento del reparto. Tuttavia, a fronte degli impegni assunti dal Presidente Marsilio e dall'Assessore Verì, la situazione non è affatto cambiata.Oltre alla carenza di personale medico, oggi vogliamo sottolineare altri due aspetti: il mancato ripristino del numero di posti letto e la mancata valorizzazione del Day Hospital, che offre quotidianamente prestazioni eccellenti, riconosciute anche da ospedali più blasonati.1)    Dell'organico insufficiente mi ero già occupato a seguito della visita ispettiva del 19 gennaio 2021, presentando un'interpellanza svolta nel Consiglio regionale del 13 aprile 2021. L'assessore Verì assicurò che con il nuovo concorso la Medicina di Penne sarebbe stata dotata di 10 dirigenti medici. Tuttavia, il concorso è terminato solo lo scorso giugno, e i 5 assunti sono stati assegnati non al nosocomio di Penne bensì a quello di Pescara (3 al reparto di Medicina, 1 alle malattie infettive e 1 all'Ecografia internistica). Oggi dunque Medicina può contare solo su 3 medici di ruolo (compreso il Primario), di cui una esentata dalla turnazione per certificazione medica, a cui si aggiunge un altro medico in maternità. Il Primario Di Stefano in realtà non sarebbe nemmeno tenuto a svolgere i turni notturni, ma senza il suo prezioso contributo, anche violando le prescrizioni di legge, sarebbe impossibile coprire l'arco delle ventiquattro ore. Il personale medico trasferito o andato in pensione non è stato mai sostituito, e in aggiunta, proprio in queste settimane, altri due medici assunti durante l'emergenza covid sono andati via. Nel reparto prestano inoltre servizio tre medici specializzandi (un tempo determinato che scade a dicembre e due contratti di collaborazione) che rientrano tra i 16 specializzandi ammessi al concorso. Mi auguro che l'esperienza da loro maturata non venga dispersa e vengano chiamati quanto prima da quelle graduatorie.

 

Tirando le somme, dopo un concorso durato circa due anni, sono stati assunti solo cinque medici ma nessuno di questi è stato destinato all'ospedale di Penne, dove la situazione è sempre più critica tra orari di lavoro che superano le 12 ore e 50, mancato riposo continuativo e numero di notti superiore a quello consentito. Aspetti che violano sia la L. 161/2014 che le direttive europee, e soprattutto rischiano di pregiudicare la lucidità e l'efficienza anche dei professionisti più qualificati, andando ovviamente a discapito del servizio offerto ai pazienti. In Medicina servirebbero infatti almeno nove medici. Se in settimana non otterremo risposte concrete ci rivolgeremo a chi di dovere per le opportune verifiche.

 

2)    C'è una seconda questione su cui insisteremo con forza nella discussione sulla rete ospedaliera che dovrebbe iniziare giovedì in Commissione. Il day hospital di Medicina, oltre a svolgere un'importante attività per il San Massimo, ottiene grandi riconoscimenti anche per la collaborazione stretta con altri ospedali e reparti di eccellenza, tra cui la Medicina del trapianto di fegato del Gemelli di Roma. È proprio di qualche giorno fa la notizia di un trapianto di un paziente dell'area vestina portato a termine in virtù della consolidata collaborazione con il Gemelli. Con ogni evidenza dunque, il Day hospital merita piena autonomia e personale adeguato. Quest'estate infatti la presenza di un solo medico ha determinato la mancata fruizione delle ferie. Potremmo dire quindi che il Day hospital esiste nella sostanza – e ribadisco, con ottimi risultati - ma poi sulla carta non è prevista come unità a sé stante. Più di una volta, non a caso, sono circolate voci di chiusura al fine di dirottare altrove le risorse umane impiegate, soluzione che potrebbe essere percorsa probabilmente proprio per sopperire alle promesse disattese dalla Giunta Marsilio. Ma Penne non può perdere anche questa eccellenza. In sede di discussione chiederemo quindi il riconoscimento formale dell'unità in questione nella rete ospedaliera, e qualora la triste prospettiva dovesse trasformarsi in realtà saremo pronti a mobilitarci assieme a tutto il comprensorio vestino e parte di quello della Valle del Fino, che contano un'utenza di oltre 40.000 abitanti.

 

3)    L'ultimo aspetto riguarda il ripristino del numero di posti letto. Prima del covid il reparto era organizzato su due piani: 22 posti in medicina e 22 posti in geriatria. Nel corso della pandemia i posti sono stati dimezzati, ma una volta terminata l'emergenza non è mai stata ripristinata la dotazione originaria, nonostante il secondo piano sia stato nel frattempo sottoposto ad importanti lavori di riqualificazione. Gli interventi infatti sono terminati nel 2021, ma da allora gli spazi non sono mai entrati in funzione.

 

Questa è l'attenzione della Giunta Marsilio per la sanità vestina. Attendiamo risposte, fatti concreti, non altre promesse. Il personale del reparto di Medicina continua ad essere insufficiente, costringendo i medici a turni massacranti al fine di garantire il funzionamento del reparto. Il Day Hospital si configura come un'eccellenza, eppure rischia di essere sacrificato per far fronte alla carenza di personale malgrado il concorso espletato e le assunzioni annunciate. Infine, nonostante l'ingente spesa per riqualificare il secondo piano, il numero di posti letto originario continua a non essere ripristinato. Aspetti che denotano, malgrado gli annunci altisonanti degli esponenti del centrodestra, un'evidente mortificazione della sanità vestina a scapito di medici e pazienti. Ci opporremo a questo disegno in tutte le sedi opportune".



Il Consigliere Regionale Pd

Antonio Blasioli

 

Il segretario del circolo Pd di Penne

Luciano Procacci

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