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mercoledì 1 maggio 2019

FESTA DI SAN DOMENICO, DA TUTTA ITALIA AL RITO DEI SERPARI DI COCULLO

COCULLO - Tra le tantissime feste patronali che arricchiscono la cultura popolare italiana, in particolare quella del centro-sud c’è anche la festa di San Domenico, il santo che protegge dai morsi di serpenti, che il primo maggio, a Cocullo, attrae migliaia di visitatori.Il rito ha origini antichissime e nel tempo si è trasformato in una festa sacra-profana che non passa inosservata, forse anche perché in tanti non vedono l’ora di avere un incontro ravvicinato con San Domenico Abate, ma soprattutto con i veri protagonisti dell’appuntamento, i serpenti. Nei mesi precedenti alla manifestazione, nei campi intorno al paesello, ne vengono catturati in centinaia. Partecipano al rito diversi esemplari, alcuni lunghi fino a due metri dalla natrice, al saettone ma anche il biacco, il più piccolo e anche il più aggressivo, perché morde spesso – ma tutti - assicurano gli organizzatori- sono privi di veleno e quindi innocui per l’uomo.Durante la mattinata, prima della messa, i devoti tirano con i denti la corda al quale è attaccata la campanella della chiesa di San Domenico.
Questo proteggerebbe i fedeli, dalle malattie dei denti. E poi si mettono in fila per raccogliere la terra benedetta che si trova dietro la statua del santo, per poi tenerla nelle proprie abitazioni come protezione dagli influssi malefici. Altri credono che la terra serva ad allontanare gli animali nocivi oppure se bevuta con dell’acqua, per combattere la febbre.Il momento culminante dell’appuntamento è a mezzogiorno, quello della vestizione, quando dopo la celebrazione della messa, sul sagrato della chiesa del paese i serpari coprono la statua con gli esemplari che nel giro di pochi secondi avvolgono la testa e il corpo del santo.
In processione anche le autorità civili e militari, i sindaci dei comuni peligni, le giovani ragazze con i costumi tradizionali del paese e i “ciambellati”.
Dal vescovo MONS. Michele FUSCO è arrivato un pensiero per la ricorrenza del 1 maggio, nel corso dell’omelia. Il presule ha tenuto a rimarcare che la fede non va mai a braccetto con la superstizione.Dopo la celebrazione i rettili vengono restituiti al loro ambiente perché questi animaletti cosi svolgono un importante ruolo ecologico, tenendo sotto controllo il rapido moltiplicarsi dei roditori, componete importante per la loro dieta carnivora. 












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