Secondo il Presidente di Enbital, è fondamentale quindi ampliare l’orizzonte degli interventi. “Dobbiamo iniziare a considerare la sicurezza dei trasporti e la mobilità sostenibile come un pilastro della salute e sicurezza dei lavoratori. Incentivare forme di trasporto collettivo sicure, promuovere lo smart working dove possibile o investire in infrastrutture stradali più moderne non sono solo politiche ambientali o di mobilità, ma veri e propri strumenti di prevenzione degli infortuni”.
Un’altra frontiera strategica indicata dal Dott. Provino è quella del welfare aziendale integrato, con un focus specifico sulla prevenzione sanitaria proattiva: “Molti decessi classificati come ‘malori sul lavoro’ potrebbero essere prevenuti con una maggiore attenzione allo stile di vita e alla salute del lavoratore. Perché non integrare tra i benefit aziendali visite specialistiche con dietologi, nutrizionisti o cardiologi? Promuovere la salute del lavoratore a 360 gradi significa creare un ambiente più sano e, di conseguenza, ridurre drasticamente il rischio di fatalità che non dipendono direttamente da una mansione pericolosa”.
“Continuare a concentrare gli sforzi unicamente sugli standard di sicurezza all’interno degli appalti, pur essendo un’azione necessaria e condivisibile, rischia di essere insufficiente - conclude il Dott. Provino. - È tempo di un cambio di paradigma: la tutela del lavoratore deve iniziare prima che varchi la soglia dell’azienda e deve includere un’attenzione concreta al suo benessere psicofisico generale. Solo con questa visione olistica potremo davvero aspirare all’obiettivo di zero morti sul lavoro”.
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