SULMONA -"Come l’autore delle “leggi di Murphy”, che tanto ci ha fatto divertire diversi anni orsono, anche noi pensiamo che “Se metti un bicchiere di vino in un barile di monnezza, ottieni monnezza. Se metti un bicchiere di monnezza in un barile di vino, ottieni monnezza”: questo ci serve per affermare che sì bisogna affrontare i problemi per trovare le soluzioni ma non possiamo esimerci dal capire perché si generano certe situazioni; l' esercizio di analisi è per noi utile al fine di prevenire il male di chi utilizza la cosa pubblica come una sorta di bancomat del consenso a scapito di chi dovrà poi pagarne le conseguenze. Quando nacque il CoGeSA, nacque con lo spirito della condivisione, non conosceva partito, ideologia, appartenenza : il problema dei rifiuti della Valle Peligna era problema comune e comune si volle la soluzione. La finalità consisteva nel provare a mettere in campo un effettivo processo di riciclo dei rifiuti, quindi un’economia circolare al fine di ridurre l’inquinamento, razionalizzare i costi ed ottenere un’economia di scala per il territorio. Questo era il disegno originario, limpido, necessario, virtuoso, giusto.
Poi la politica del consenso fine a se stesso, quella che rinuncia alla responsabilità della propria funzione nei confronti del destino collettivo per trasformarsi in volano dei destini personali, si è insinuata ed è diventata padrona di ciò che doveva essere un bene di tutti. La società pubblica si è così, ai nostri occhi, trasformata in qualcosa più simile a strumento elettoralistico, serbatoio di voti, terreno di scambio. Assunzioni non giustificate, a detta di molti, da reali esigenze; consulenze che sembrano essere state distribuite come favori (se vediamo gli ultimi anni, per esempio, nel 2022 39 incarichi per 333.088 euro, nel 2023 23 incarichi per 573.018 euro, nel 2024 14 incarichi per 82.878 euro - “la stragrande maggioranza è stata conferita con affidamento diretto senza alcuna procedura comparativa”), bilanci sempre più precari, scelte rinviate o demandate ad altri: così è stato ridotto il CoGeSA, così si è ridotta la fiducia dei cittadini.
Non è certo responsabilità di chi, ogni giorno, raccoglie e spazza le strade con dignità e fatica. La responsabilità è di chi, negli anni, ha costruito un sistema opaco, che ricorda tempi antichi, quando il voto di scambio era moneta corrente. Oggi probabilmente la pratica è in parte cambiata, ci si inserisce con astuzia nelle pieghe delle varie normative che riguardano gli enti “ibridi”, ma la logica è confinata sempre nel segno dello stesso cinismo: la necessità che diventa occasione di potere, il potente che diventa quasi un benefattore.
Eccoci al presente: la scelta di affidare a gara un servizio che doveva restare in house suona come un abbandono a quella che era la missione originaria del CoGeSA. Non una decisione per il bene della comunità ma un modo di dire: “Se ne occupi qualcun altro”: l’irresponsabilità elevata a metodo.
Risuonano le parole del Sindaco Tirabassi quando, in un consiglio comunale a Giugno, ebbe ad affermare che, in caso di gara, si sarebbe messo a rischio il posto per i circa cinquanta lavoratori che sono “in carico” del Comune di Sulmona.
A questo aggiungiamo che L’AGIR - Autorità gestione integrata rifiuti urbani regione Abruzzo, ha intenzione di riunire a livello provinciale le aziende di raccolta e trattamento dei rifiuti creando quindi quattro ambiti provinciali: dove pensiamo che “la filiera” deciderà di andare a conferire i rifiuti dell’intera provincia visto che L’Aquila già scarica a Sulmona? Infine siamo altresì convinti che, andando a gara, ammettendo cioè il fallimento della gestione pubblica, anche gli introiti diminuiranno a tutto scapito della collettività.
Noi di Alleanza Verdi e Sinistra Sulmona non possiamo tacere di fronte a questo quadro. Chiediamo ai sindaci del territorio di uscire dal silenzio complice, di smettere di “fare melina”, di assumersi la responsabilità che compete loro: difendere la funzione pubblica del CoGeSA, restituirgli la dignità del progetto originario e con essa la fiducia della cittadinanza.
Chiediamo che sia aperto un dibattito vero, il civismo che sta schiacciando la politica e la funzione delle forze politiche e sociali è il male della nostra comunità proprio perché le impedisce di essere comunità trasformandola, invece, in un luogo in cui vige l'affidamento e la delega senza confronto: nessuna decisione può essere presa senza il coinvolgimento almeno del consiglio comunale, nessuna decisione deve essere presa fuori dalle stanze del confronto pubblico, con il sospetto che, a tirare le fila, ci possano essere uomini che non ricoprono, attualmente, alcun ruolo in tal senso.
Le società pubbliche non sono terre di conquista e la loro gestione deve rispondere esclusivamente alle esigenze della collettività".
AVS Sulmona
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