L'AQUILA - "È stato inaugurato ieri l’Istituto Penale per Minorenni dell’Aquila, un evento celebrato come un grande segnale di attenzione del Governo verso il territorio e le problematiche vissute dalle ragazze e dai ragazzi che qui vivono. Se davvero si pensa che investire sulla detenzione minorile sia un modo efficace per contrastare il disagio giovanile, come riportato nella nota del senatore Liris, siamo di fronte a due ipotesi: o si è scoperta una nuova frontiera della pedagogia oppure si sta dando una risposta “facile” ma sbagliata a un problema complesso e reale.Il carcere, per sua natura, rappresenta un fallimento. Se un o una minorenne arriva a varcare quelle porte, significa che molte cose non hanno funzionato prima: la scuola, i servizi sociali, le opportunità, le politiche pubbliche, la prevenzione, oltre naturalmente la famiglia. La politica dovrebbe preoccuparsi di questo, non alimentare la distorsione per cui la repressione è giusta e necessaria, quasi fosse un antidoto naturale alla devianza.
Che le carceri servano è vero: devono essere luoghi in cui si tutela la dignità umana e si offre un percorso di rieducazione ma funzionano solo se in relazione e in sinergia con il mondo esterno, se danno davvero una possibilità, non se diventano parcheggi esistenziali – quando non vere e proprie palestre del disagio.
Fortunatamente a L’Aquila abbiamo un ottimo esempio in cui il tribunale dei minori e tutta l’organizzazione degli uffici di pena minorile sono indirizzati al reinserimento delle ragazze e dei ragazzi puntando sull’inclusione e non sulla coercizione. Come abbiamo affermato però l’Istituto di pena è l’ultimo stadio per il recupero delle devianze giovanili e purtroppo i dati parlano chiaro: tra il 60 e il 70% dei giovani che entrano in un Istituto Penale per Minorenni, una volta usciti, tornano a commettere reati. Qualcosa evidentemente non sta funzionando e la politica dovrebbe avere il coraggio di guardare lì dove le risposte non sono facili ma urgenti e dovute.
Dobbiamo qui ricordare che l’Istituto Penale per Minorenni dell’Aquila non era attivo già da prima del sisma del 2009 in quanto ci risulta che la sua chiusura era frutto di scelte amministrative volte a razionalizzare le risorse, accorpando la sezione minorile al carcere per adulti; è così l’Università dell’Aquila avanzò la richiesta di utilizzo della struttura, ottenendone l’assegnazione grazie a una convenzione con la Protezione Civile e il Ministero della Giustizia.
Dal 2014 l’edificio ha ospitato i corsi di Economia, con investimenti continui e servizi come la mensa condivisa con il Conservatorio. Nel 2023 il sottosegretario Del Mastro ha rivendicato la struttura per ripristinarne la funzione carceraria, costringendo l’università a sgomberare gli spazi nel gennaio 2025.
Una nuova sede penitenziaria poteva essere costruita altrove, preservando un presidio formativo strategico invece, l’azione politica di una destra che pensa che carcere e repressione siano sinonimi di sicurezza, ha preferito sacrificare l’università, danneggiando studenti e territorio e penalizzando un corso di laurea, quello di Economia, che dovrebbe essere sostenuto e non affossato.
In poche parole si festeggia la riapertura dell’IPM mentre si tolgono locali all’Università: questa è la plastica rappresentazione di una visione di società che non ci piace e non ci appartiene ossia quella che sottrae spazi alla conoscenza e che non pensa in maniera strategica per il bene delle giovani generazioni e della comunità in generale. Ripetiamo: la necessità di avere un Istituto Penale per Minorenni poteva essere soddisfatta diversamente, di certo non a danno di uno dei più grandi beni del nostro territorio che è l’Università".
Fabrizio Giustizieri – Segretario Provinciale Sinistra Italiana – AVS L’Aquila
Pierluigi Iannarelli – Segretario Comunale Sinistra Italiana – AVS L’Aquila
Lorenzo Rotellini – Capogruppo AVS Comune di L’Aquila
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